Maresca scosso dai cori razzisti di Udine: “Maignan come un fratello. Che disagio su quei buuu”
Il giorno dopo la vergogna di Udine per i cori razzisti contro Maignan del Milan è l'arbitro Fabio Maresca a parlare. E dice tutto quel che ha sentito, anche a livello emotivo oltre che professionale, in occasione di quel bruttissimo episodio che ha portato alla sospensione momentanea della partita. Null'altro ha fatto che applicare il regolamento, che lo autorizza a fermare il gioco. Un episodio e un gesto che hanno fatto il giro del mondo per la gravità dei fatti accaduti e per la decisione del direttore di gara che non ha avuto alcuna esitazione nel fare ciò che le indicazioni dell'Aia e del designatore, Rocchi, hanno tracciato come linea da seguire in situazioni del genere. E le parole del presidente della Fifa, Gianni Infantino, che ha invocato la sconfitta a tavolino "per chi li fa", spiegano bene quale sia stata l'eco generata.
Mi sono comportato da fratello maggiore – ha ammesso nell'intervista all'Agenzia Ansa -, ho provato sincero dispiacere per lui. Maignan era chiaramente colpito sul piano emotivo. E che disagio ho provato per quei buu beceri.
La narrazione di Maresca parte dallo stato d'animo dell'estremo difensore francese. Lo stesso direttore di gara non nasconde d'essere rimasto scosso dal contesto e dalla condizione emotiva del calciatore.
Era molto prostrato. Gli ho appoggiato una mano sulla spalla ma lui è andato autonomamente dal quarto uomo e rappresentare la situazione. Il quarto uomo mi ha informato e quindi ho pensato anzitutto a rassicurarlo, anche sul piano umano, nel caso avesse avuto una reazione forte. Gli ho detto: ora faccio in modo che sia diffuso l'annuncio, qualsiasi cosa accada vieni da me.
L'Udinese ha preso le distanze da quell'atteggiamento inqualificabile e, in attesa delle decisioni del giudice sportivo, sa già cosa rischia a livello disciplinare (dalla multa salatissima alla chiusura del settore di stadio dal quale si sono elevati quegli insulti). Non è detto, però, che la vicenda si chiuda solo con quelle sanzioni considerata la possibilità di un'indagine più approfondita da parte della Procura Federale. Maresca, intanto, ha chiarito cosa comporta la procedura e perché ha agito in quel modo
È stato ripetuto l'annuncio, sempre agli altoparlanti, e poi c'è stata la prevista sospensione della gara – ha aggiunto -. L'arbitro può poi invitare le squadre a lasciare il terreno di gioco, cosa che però non è successa ieri. Nei casi più seri, si potrebbe arrivare alla interruzione della partita, ascoltando il parere del responsabile dell'ordine pubblico, ma non è stato necessario arrivare nemmeno a questo.
La riflessione di Maresca tocca anche un altro aspetto, quello strettamente personali. Questa volta parla delle sensazioni e delle reazioni che fanno parte dell'uomo prima ancora del professionista e delle prescrizioni previste dalle norme.
Ho provato grave disagio, per il giocatore ma anche per la situazione. Chi prova amore per questo sport, giocatori, arbitri, tifosi provano dolore a vedere interrotta una partita per un evento così becero, per il comportamento di alcuni. Perché solo di alcuni si tratta e non bisogna generalizzare.