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Marco Giampaolo e la telefonata della Juve di notte: “Al 99% sarai tu l’allenatore”. Cosa è successo

Marco Giampaolo racconta cosa accadde quando la Juventus lo chiamò per diventare il nuovo allenatore: “Cenai a casa di Blanc a Torino, poi mi richiamarono nella notte”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Marco Giampaolo sta facendo benissimo con il Lecce, preso in corsa in una situazione disperata lo scorso novembre per rimpiazzare l'esonerato Luca Gotti: i pugliesi erano terzultimi in classifica, adesso sono 13simi con quattro punti di vantaggio sulla zona retrocessione, frutto di quattro vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte da quando il 57enne tecnico abruzzese siede in panchina. "Parliamo di un club snello, che fa le cose per bene. Scouting, crescita graduale, conti a posto. È l'habitat naturale per me. Qui si lavora, si fa, si sperimenta. Credo siano queste le mie caratteristiche da allenatore", spiega Giampaolo. La sua carriera avrebbe potuto avere una svolta clamorosa qualora la Juventus avesse tenuto fede a quanto dettogli in una telefonata notturna mentre era alla guida: "Mi dissero che al 99% sarei stato l'allenatore". Poi invece sarebbe arrivato Ciro Ferrara.

Giampaolo allenatore della Juventus per una notte: "Sarai tu al 99%"

Era l'estate del 2009, il 42enne Giampaolo era reduce dall'ottima stagione alla guida del Siena, portato alla salvezza col record di punti in Serie A. Lì inizia il racconto del tecnico nato a Bellinzona: "Fu un'occasione pazzesca. Mi chiamarono i dirigenti Secco, Castagnini e il responsabile Blanc. Mi ricordo che andai a Torino, a cena proprio a casa di Blanc, poi ripartii per tornare a casa,di notte, a Giulianova. Durante il viaggio mi richiamarono per dirmi che al 99% sarei stato l'allenatore dei bianconeri e che serviva soltanto che ratificasse il consiglio di amministrazione o una roba del genere. Andavo a tremila, ma con la testa non in senso di velocità. Capirai, avevo quarant'anni. Chi ci pensava alla Juventus? In cent'anni quanti si siedono su quella panchina? Purtroppo, dopo un paio di giorni, mi dissero che c'erano cose più grandi, che non decidevano solamente loro e presero Ferrara".

Una decisione – a quanto pare frutto della spinta dello spogliatoio bianconero che voleva la conferma di Ferrara, che qualche settimana prima aveva rimpiazzato l'esonerato Ranieri – che non fu foriera di cose buone per entrambe le parti. Ferrara sarebbe stato cacciato il 29 gennaio 2010 dopo l'eliminazione in Coppa Italia per mano dell'Inter, con Alberto Zaccheroni al suo posto, mentre Giampaolo avrebbe messo in fila tre esoneri consecutivi con Siena, Catania e Cesena.

La carica di Marco Giampaolo sulla panchina del Lecce
La carica di Marco Giampaolo sulla panchina del Lecce

La sua parabola di ‘Maestro' sembrava già in discesa in quel momento: "Cos'è successo? È successo che i maghi non esistono – spiega Giampaolo a ‘La Stampa' – Nel calcio servono tante cose, si devono allineare anche gli astri, la penso così. A volte basterebbe, si fa per dire, essere al momento giusto e nel posto giusto e nella squadra giusta e con il direttore sportivo giusto e soprattutto devi essere giusto anche tu. La mia è una carriera in altalena. Ma sono contento di poter dire che mi sono sempre rialzato e ho avuto la forza, in diversi momenti, di ricominciare. E non è così semplice".

La rinascita del ‘Maestro' al Lecce: "Ero fermo da due anni, li ringrazierò per sempre. Vivo solo per la salvezza"

Adesso la rinascita a Lecce dopo l'esonero incassato dalla Sampdoria nell'ottobre del 2022: "Sono stato due anni a casa e all'inizio non ho studiato, guardavo pure pochissimo le partite, poi mi sono rimesso a lavorare in un calcio cambiato, per capire, per guardare, per studiare. E mi sono mosso. Fare l'allenatore, oggi ma anche ieri, vuol dire essere impegnati mentalmente. Ho fatto una sorta di tirocinio. Ho un amico che allena in Interregionale e abbiamo condiviso tante cose e parecchi video. Io ho trasferito a lui, lui a me. Mi sono allenato in smartworking, diciamo così. Poi è arrivata la chiamata del Lecce che ringrazierò sempre. Per loro è stata una scommessa, mi hanno ripescato. Quindi grazie davvero".

In caso di salvezza, il grazie sarà sicuramente reciproco: "È l'unico obiettivo. Vivo soltanto per questo, notte e giorno. Non lo dico per dire. Si fatica molto ma ho un chiodo in testa".

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