Marchetti spiega cosa ti spinge a fare Conte: “Ho visto gente che per lui si faceva le punture”

"Ho visto gente che si faceva le punture di Toradol pur di lavorare con lui". Federico Marchetti usa questa frase d'impatto per spiegare qual è l'effetti che fa Antonio Conte sui calciatori. Ti entra nella testa e nell'animo. "È un martello. Ti spinge a dare tutto (e pure di più) anche se non sei un titolare e giochi di meno", racconta l'ex portiere che con l'attuale allenatore del Napoli ha lavorato in Nazionale, condividendo un periodo esaltante per la bella esperienza all'Europeo 2016 quando l'Italia venne eliminata solo ai calci di rigore contro la Germania.
In quella rosa c'era anche l'estremo difensore che, al momento della chiamata, restò impressionato dalle parole che il ct usò per fargli capire quanto lo considerasse veramente importante e quale presa fece su di lui dicendogli qualcosa di semplice, semplice. "Conte è così… uno che ti parla chiaro da subito – racconta durante il podcast ‘Calcio Selvaggio' -. Venivo da un anno precedente dove non ero stato benissimo a causa di alcuni problemi fisici e mi arrivò la sua chiamata".

Bastò quella telefonata per infondere fiducia, il resto lo fece il colloquio faccia a faccia che tracciò una sorta di linea spartiacque: sei con me, bene; non te la senti, amen. Dentro o fuori, non c'è incertezza che tenga. Conte non ne vuole. "Mi chiama e mi dice: ti devo vedere. Ci incontriamo negli uffici della Federazione a Roma e mi spiega: Io credo in te, ho bisogno di gente del tuo spessore e che mi dai una mano. Ho bisogno di calciatori come te, Buffon e Sirigu. Se stai bene allora sei dentro e vieni con me".
Quel discorso fu solo un assaggio della capacità che ha Conte di far andare i suoi giocatori oltre ogni limite. Ti guarda dritto negli occhi, ti scruta e sa come tirare fuori il meglio. Marchetti lo ribadisce: "Per uno che ti chiama e ti parla così, io do tutto! Posso fare anche il terzo o il quinto portiere… non importa perché già questo aspetto è determinante".

Cosa significa lavorare con Conte? Al di là della narrazione costruita sulla durezza della sua preparazione da marines e di quanto possano essere sfiancanti i suoi metodi di allenamento, Marchetti svela come sia sbagliato pensare a lui solo sotto questo aspetto.
"Sì, è vero… è un condottiero, un vincente per come motiva tutti anche quelli che giocano meno. Quando ci siamo radunati a Coverciano prima degli Europei fu molto chiaro: Chi non supera i miei test è fuori dai convocati. E lì ho visto gente che si faceva le punture di Toradol pur di essere pronta. Conte ti dà la forza di non mollare mai, cura tutti i particolari. Ti convince del fatto che se lo segui puoi andare a dare fastidio a tutti. E con l'Italia così fu. Poi non è vero che punta tutto solo sull'aspetto fisico e mentale perché dal punto di vista tattico non lo sorprendi. Anzi…".

I pregi sono sotto gli occhi di tutti, qual è il difetto? "È uno che ti spreme e lì si apre un altro discorso… ma in un anno o due ti trasforma la squadra, al terzo o cambi allenatore perché se ne va lui oppure cambi i giocatori".