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Marchetti ricorda cosa fece Allegri che rischiava l’esonero: “Eravamo in 6 o 7 al bar, arrivò lui e rideva”

L’ex portiere dei sardi spiega perché il tecnico livornese è un “fenomeno” e smentisce anche il falso mito secondo cui non sappia proporre un calcio offensivo: “Mi viene da ridere. Al Cagliari giocavamo molto bene. Era una squadra… andavi a pareggiare, a vincere a San Siro, con la Juve”.
A cura di Maurizio De Santis
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Federico Marchetti ha parlato di Antonio Conte in maniera entusiasta. Ha lavorato con lui ai tempi della Nazionale e degli Europei, gli bastò per capire quanto sia in grado di suggestionarti abbastanza da spingerti a dare il massimo. Non è un manipolatore ma "un condottiero" e sa esattamente cosa dire/fare perché chi lo ama lo segua. Ma se c'è un allenatore che ha colpito profondamente l'ex portiere, lasciandogli una testimonianza tangibile di fiducia, quello è stato Massimiliano Allegri.

Il rifermento è al periodo trascorso al Cagliari e a quell'inizio di stagione tale da far tremare le vene e i polsi: cinque sconfitte di fila, zero punti, all'orizzonte la partita col Milan che era come ballare sul Titanic per il rischio di essere esonerato. "In giro si diceva che quel match rappresentava già l'ultima spiaggia – ha ammesso durante il podcast, Calcio Selvaggio – anche perché giocavamo contro un Milan fortissimo che aveva calciatori del calibro di Ronaldinho, Sheva davanti, Nesta, Maldini… Vi lascio immaginare quale fosse la situazione dopo cinque sconfitte consecutive… con il presidente, Cellino, che fumava in continuazione per il nervosismo".

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Allegri, però, affrontò quel frangente con la forza dei nervi distesi, con la capacità peculiare di "farti giocare tranquillo" nonostante tutto. Marchetti spiega perché ritiene il tecnico un "fenomeno" sotto questo punto di vista facendo un esempio. Ricorda cosa avvenne nell'immediata vigilia dell'incontro che avrebbe potuto segnare il termine della sua esperienza sulla panchina dei sardi.

"La partita era alle 20.30. Alle 16.30 eravamo in sei o sette al bar a prendere un caffè, a fare due chiacchiere. Lui arriva tutto sorridente e ci dice: Che fate qua raga? Tutto bene? Caffè? Ordiniamo qualcosa da bere, dai, una birra". Un atteggiamento che lasciò Marchetti e i compagni di squadra stupiti. "La butta sullo scherzo e aggiunge: Ragazzi, se va male stasera me cacciano via. Ma voi giocate sereni. Lui è così, ha questo modo stemperare la tensione che ti fa giocare tranquillo. E in questo secondo me è un fenomeno, nel farsi scivolare addosso tutto".

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L'aspetto psicologico e la parte tattica. Marchetti interviene a smentire anche un falso mito: ovvero che Allegri sia un allenatore esclusivamente difensivo.

"Quando sento dire che non è un allenatore offensivo mi viene da ridere. Al Cagliari giocavamo molto bene. Era una squadra… andavi a pareggiare, a vincere a San Siro, con la Juve. Poi dipende dove sei, chi alleni e se devi vincere. Ma il suo modo di vedere il calcio nell'uno contro uno, lasciare il calciatore libero, ti dà qualcosa in più. Allegri per me è il miglior allenatore che ho avuto. Mi ha lanciato in Serie A e mi ha dato fiducia anche quando, dopo cinque sconfitte di fila, molti dicevano che io, il portiere, sarebbe saltato". Semplice, semplice.

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