“Maradona ridotto in schiavitù con alcol e droghe”: un rapporto svela i suoi ultimi giorni
Ci sono novità in merito alle indagini per la morte di Diego Armando Maradona. Come riportato da TN qualche giorno fa, che aveva avuto accesso ad atti riservati, è stata disposta la chiusura della raccolta di informazioni e degli accertamenti sugli ultimi mesi di vita del Diez e il passo successivo sarà il processo orale, che si svolge davanti ad un altro giudice, dei sette imputati che sono il medico Leopoldo Luciano Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Ángel Díaz, la dottoressa di Swiss Medical Nancy Edith Forlini, il coordinatore infermieristico Mariano Perroni e gli infermieri Ricardo Omar Almirón e Dahiana Gisela Madrid. La richiesta per il prossimo passo nella fase processuale, come chiarito da TN, dovrà essere presentata dai pm del caso entro il prossimo 13 aprile.
Intanto nelle scorse ore è stato diramato un comunicato da parte dei familiari del Pibe de Oro in merito ai nuovi passi avanti che sono stati fatti nelle indagini da parte della "Procura n. 15 di La Plata, dalla Procura generale di San Isidro e al Tribunale civile n. 20 di La Plata".
Sono stati pubblicati alcuni passaggi della delibera molto significativi e che fanno riferimento alle condizioni in cui viveva l'ex numero 10 della Seleccìon argentina: "[…] Dalla fine di luglio dell'anno 2020 e fino all'inizio di novembre dello stesso anno, nel Barrio Cerrado Campos de Roca situato nel distretto di Coronel Brandsen, gli imputati, Víctor Stinfale, Matías Edgardo Morla, Maximiliano Pomargo, Vanesa Morla, Maximiliano Trimarchi e Carlos Orlando Ibañez, hanno ridotto Diego Armando Maradona a una condizione di servitù, limitando i suoi contatti con la famiglia, gli amici e i parenti, sia di persona che telefonicamente, fornendogli alcol, droghe e marijuana, e manipolandolo psicologicamente con diversi gadget, con lo scopo di tenerlo sotto il suo potere, per beneficiare economicamente del reddito generato attorno alla sua figura".
Parole che lasciano l'amaro in bocca. La nota continua facendo notare come Maradona fosse stato allontanato completamente dai suoi familiari, dagli amici e da tutte le persone che aveva condiviso il suo percorso calcistico: "È provato che solo coloro che erano stati preventivamente autorizzati da uno degli imputati potevano accedere per fargli visita, e se per il caso veniva autorizzata la visita o il contatto telefonico di un amico o di un familiare, l'ordine era che non potevano essere lasciati soli, dovevano essere sempre presenti uno degli imputati o una persona di loro fiducia, come gli incaricati della sicurezza, per vedere e sentire tutto ciò che accadeva lì e anche, quando diventava scomodo per i loro interessi, intervenire per rompere il contatto. Allo stesso scopo, per impedire di mettersi in contatto con amici e familiari…".
La comunicazione da parte degli eredi dell'ex Napoli, Barcellona e Boca Juniors si chiude con una speranza "che finalmente la GIUSTIZIA sarà fatta" ma chiede a tutti i tifosi di Maradona di restare vigili sulle indagini a causa di alcune vicende legate al processo che non convincono e, affermano, che "non possiamo ignorare che in alcuni tribunali o pubblici ministeri vi sono persone suscettibili di interessi politici ed economici".