Mané svela il drammatico dialogo prima del match: un accordo qualora fosse morto in campo
Dallo scorso 22 giugno, Sadio Mané è un giocatore del Bayern Monaco, dopo aver lasciato il Liverpool al termine di 6 stagioni ricche di gol e trofei. Un trasferimento fortemente voluto dal 30enne attaccante senegalese, pilastro della propria Nazionale che ha trionfato nell'ultima Coppa d'Africa. E proprio riguardo alla competizione vinta all'inizio di quest'anno, Mané ha recentemente raccontato un aneddoto che dà idea di quanto sia attaccato ai colori del proprio Paese.
L'attaccante ex Salisburgo e Southampton ha rivelato che durante la competizione svoltasi in Camerun si è offerto di firmare un contratto per assumersi la responsabilità in caso di morte in campo, in una situazione che lo vedeva a rischio alla vigilia di un match decisivo. Mané si era infortunato alla testa dopo essersi scontrato con il portiere capoverdiano Vozinha negli ottavi di finale del torneo, venendo sostituito a causa del trauma riportato. Il Senegal aveva vinto qualificandosi per i quarti, ma Mané era in dubbio per la commozione cerebrale nella partita precedente.
Il Liverpool, in quel momento il suo club, aveva scritto alla Federcalcio senegalese per assicurarsi che il giocatore fosse tenuto a riposo per cinque giorni, il che avrebbe significato che avrebbe saltato i quarti di finale contro la Guinea Equatoriale. Un'ipotesi che Mané non soltanto non considerava, ma non avrebbe mai permesso che accadesse. Era così deciso a giocare che era disposto a rischiare anche la vita. "Il Liverpool ha messo sotto pressione la federazione e ha scritto una lettera alla FIFA dicendo che avevo bisogno di almeno cinque giorni di riposo, quindi avrei dovuto saltare i quarti di finale", ha raccontato l'attaccante.
"Anche il medico della Nazionale ha dovuto seguire quelle regole. Quando me lo hanno detto, ho chiamato l'allenatore e gli ho detto ‘Il dottore non vuole che giochi, ma devi mettermi negli 11 titolari'. Poi ho chiamato il presidente della federazione e gli ho detto che dovevamo fare un incontro perché dovevo giocare. Avrei potuto rinunciare alla mia vita", ha spiegato Mané, che era pronto a firmare un contratto dicendo che se fosse morto in campo sarebbe stato soltanto per colpa sua, sollevando chiunque altro da ogni responsabilità.
"Mi hanno detto ‘Sadio, non puoi giocare' ma io ho detto ‘no, no, è fuori discussione'. Era circa l'una o le due del mattino, tutti erano presi dal panico e io ho detto ‘mister, so che anche tu hai paura. Basta scrivere una lettera in cui si dice che ho giocato volontariamente nel caso muoia o qualunque cosa accada'. Tutti erano tesi. Non ho firmato il foglio, alla fine mi hanno detto ‘no, no non è possibile', ma ero pronto a farlo, così il dottore ha detto ‘va bene, facciamo una scansione domattina il giorno della partita'. Al mattino abbiamo fatto la scansione, l'abbiamo inviata alla Confederazione Africana, hanno controllato con il loro staff medico, non c'era niente, quindi il dottore ha detto ‘va bene, puoi giocare'. Grazie a Dio è andato tutto bene", ha concluso il suo racconto Mané, che dunque alla fine è stato dichiarato idoneo per giocare.
Il Senegal ha poi battuto la Guinea Equatoriale nei quarti, il Burkina Faso in semifinale e l'Egitto in finale ai rigori, conquistando la prima Coppa d'Africa della sua storia.