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Mancini smascherato dalla leggenda dell’Arabia: “Mi taglio un braccio se ha fatto lui i convocati”

Dopo le prime due sconfitte della sua gestione sulla panchina dell’Arabia Saudita, Roberto Mancini ha iniziato ad assaggiare la pressione dei media.
A cura di Paolo Fiorenza
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Non esattamente buone le prime per Roberto Mancini sulla panchina dell'Arabia Saudita: il nuovo Ct dei Green Falcons ha esordito con due sconfitte nelle prime due amichevoli giocate da quando lo scorso 27 agosto ha firmato un ricchissimo contratto fino al 2027. Il 58enne allenatore jesino percepirà ben 25 milioni netti all'anno, ma ha subito capito che non sarà facile risollevare i destini di una nazionale che è in un momento di grande crisi tecnica e di risultati.

Prima del suo arrivo, la selezione saudita veniva da quattro sconfitte consecutive, trend non invertito dalla mano di Mancini: l'8 settembre è arrivata la sconfitta al debutto con la Costa Rica per 3-1, poi il 12 quella con la Corea del Sud per 1-0. Partite caratterizzate da una notevole pochezza complessiva e da alcuni errori individuali davvero avvilenti, davanti ai quali non è riuscito a trattenere la sua costernazione, come mostrano i video che lo ritraggono in occasione degli svarioni dei suoi calciatori.

Del resto il nuovo Ct si è trovato nella stessa situazione del suo successore sulla panchina azzurra, Luciano Spalletti, avendo pochissimi giorni a disposizione per scegliere i calciatori cui affidarsi e per impartire loro alcune disposizioni di base. Con l'ulteriore difficoltà della lingua per Mancini, che ovviamente non parla arabo e si deve affidare ad un interprete per comunicare con i giocatori, sia in allenamento che in partita. Le interviste sono fatte in inglese, con traduzione simultanea in arabo: in questi giorni servono al tecnico per far capire che è appena arrivato e non ha la bacchetta magica.

Una cosa Mancini l'ha anticipata: al prossimo giro – ovvero in occasione delle prossime due amichevoli contro Nigeria e Mali, due squadre forti, entrambe qualificate per la Coppa d'Africa di gennaio – convocherà giocatori nuovi, dando una bella rinfrescata alla rosa dando inizio a quel ricambio generazionale invocato da critica e tifosi. Già, le convocazioni. Secondo molti, anzi quasi tutti, non sarebbero state fatte da Mancini, per ovvia scarsa conoscenza dei calciatori, ma da qualcun altro.

Lo ha detto a chiare lettere il leggendario portiere della nazionale Mohamed Al-Deayea, che detiene il record di presenze con la maglia saudita con 178 e ha partecipato a quattro fasi finali dei Mondiali, vincendo la Coppa d'Asia nel 1996. Un vero e proprio monumento, le cui parole hanno ovviamente un grande peso: "È una squadra fallita e continuerà a fallire con questa idea sterile. Mi taglio un braccio se il signor Roberto Mancini è colui che ha scelto gli elementi di questa Nazionale", ha detto in televisione Al-Deayea.

Non è (ancora) una critica a Mancini, cui viene data l'attenuante del pochissimo tempo avuto, ma alla Federazione saudita e al vice del Ct, Mohamed Ameen, che era già assistente di Hervé Renard nella precedente gestione: le ultime convocazioni sarebbero state infatti farina del loro sacco ed è a loro che sono rivolte le critiche dopo le due gare perse a Newcastle.

È chiaro tuttavia che dal prossimo giro ci si attende che si veda la mano del nuovo allenatore profumatamente pagato, col focus poi alle qualificazioni mondiali, che per l'Arabia partiranno il 16 e 21 novembre contro la vincente del playoff tra Cambogia e Pakistan e poi contro la Giordania. Il 16 gennaio inizierà poi la Coppa d'Asia in Qatar. Appuntamenti da non fallire per Mancini, se non vuole essere impallinato lui.

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