Mancini impazzito contro Balotelli: “Urlava come fosse posseduto, gli lanciò una valigetta in testa”

La storia tra Mario Balotelli e la nazionale italiana è ormai finita, come ha confermato recentemente Roberto Mancini, e del resto sarebbe strano il contrario: pur con tutte le difficoltà attuali dell'Italia alla voce attacco, andare a recuperare il 32enne bresciano in Svizzera – dove sta disputando una stagione disastrosa col Sion – sarebbe davvero inspiegabile, considerando che il Ct azzurro non lo ha ripescato neanche l'anno scorso per i playoff mondiali, quando Balotelli stava segnando regolarmente con l'Adana Demirspor in Turchia.
Mancini non ha nulla di personale contro Super Mario, anzi è uno degli allenatori che maggiormente ha cercato di tirare fuori il meglio dall'ex giocatore di Inter e Milan: insieme hanno vinto una storica Premier col Manchester City all'ultimo respiro nel 2011, ma in quel periodo non mancarono gli screzi tra i due. Uno in particolare riemerge ora, svelato dall'ex magazziniere del club Les Chapman, che al podcast Ninety Three Twenty ha raccontato cosa accadde durante una partita. Non in campo, ma in spogliatoio.

"Una sera abbiamo giocato contro la Dinamo Kiev (era il marzo 2011, in Europa League, ndr) e lui è stato espulso dopo circa 20 minuti. Quindi è andato nello spogliatoio e io l'ho seguito. È rimasto seduto davanti al suo armadietto in silenzio – ha detto Chapman – Dieci secondi dopo, Mancini si è precipitato nello spogliatoio, imprecando e urlando a squarciagola in italiano, mulinando le braccia come fosse posseduto e impazzendo mentre la partita andava avanti".
La rabbia di Mancini era tale (l'espulsione sarebbe costata l'eliminazione al City) che in quella occasione la vena sul collo gli si chiuse completamente: "Si è girato per tornare in campo alla partita e ha visto una delle borse dei giocatori, la valigetta Louis Vuitton di Pantilimon. Mancini l'ha raccolta, si è girato e l'ha lanciata in testa a Balotelli. Mario si è abbassato e ha colpito il suo armadietto dietro di lui".

Non era ancora finita, la furia dell'attuale Ct azzurro era davvero incontenibile: "Mancini gli corre di nuovo incontro, urlando ancora imprecazioni in italiano e io penso: ‘Colpiscilo, Mario'. Mi sono messo in mezzo a loro pensando che stesse per iniziare. Poi si è voltato ed è andato a vedere la partita. Con Mario succedeva sempre qualcosa. Aveva abilità fantastiche, ma non sarà mai un giocatore di squadra. In effetti, penso che la cosa di Aguero sia stata il suo unico assist (Chapman si riferisce al gol del 3-2 al QPR che diede il titolo al City, ndr)".
Il massaggiatore ha anche ricordato il vizio del fumo di Balotelli: "Ogni mattina andavamo in una piccola area sul retro degli spogliatoi. C'era questa piccola zona con alcuni tavoli dove potevi prendere un tè o un caffè. Prendeva una delle mie sigarette e probabilmente due, una dopo l'altra. Non ha mai portato le sue. Deve aver avuto 80 pacchetti e 70 accendini ma non mi ha mai comprato una sigaretta…".