Mancini attonito, racconta la rivolta di 6 calciatori dell’Arabia Saudita: “Non li chiamerò mai più”
Sei calciatori hanno voltato le spalle alla nazionale dell'Arabia Saudita e al ct, Roberto Mancini. Quando ha ascoltato le loro motivazioni ha avuto un sussulto: da ex giocatore e da allenatore ne ha sentite (e viste) di tutti i colori ma difficilmente s'è trovato dinanzi a una reticenza da pizzicotto sulla guancia, così assurda per le motivazioni addotte dai diretti interessati e, per giunta, a pochi giorni dal debutto in Coppa d'Asia 2024 (domani, martedì 16 gennaio, contro l'Oman – Gruppo F). Per la serie: sogno o son desto? Tutto vero.
Per fortuna o purtroppo, Mancini rinuncerà ad almeno un paio di dissidenti tra quelli selezionati in occasione del torneo. Tra chi ha detto ‘no, grazie' subito (o quasi) e chi se n'è andato dopo, lo farà senza troppi rimpianti spiegando nel corso della conferenza stampa perché ha deciso alcune esclusioni dalla rosa della selezione: "È una situazione molto strana, è la prima volta che mi capita. Ne ho parlato con Nawaf 3 volte e altre due con Sultan. Rispetto le loro decisioni e non li chiamerò più".
In realtà il numero di coloro che si sono dissociati (o hanno manifestato perplessità e forti malumori) è superiore. Sono sei in tutto, la loro reticenza fa riferimento a differenti motivazioni: Salman Al Faraj ha fatto sapere di non voler giocare le amichevoli; Sultan Al Ghanam e Nawaf Al Aqidi (menzionati dal ct) volevano giocare solo da titolare; Khaled Al Ghanam, Mohamed Maran e Ali Hazazi hanno mostrato poco entusiasmo nel vestire la maglia della nazionale.
Com'è possibile una cosa del genere? "Dovresti chiederlo a loro e non a me – ha aggiunto Mancini nel replicare alle domande dei giornalisti -. Entrambi erano sulla mia lista iniziale. Ho chiesto a Sultan Al Ghanam, vuoi venire? Mi ha detto che prima non era contento e che avrebbe voluto giocare titolare. Nessun giocatore decide per me quando giocare e quando non giocare, questo lo decido io".
Altrettanto stucchevole l'atteggiamento da parte di Nawaf Al Aqidi, che ha cambiato idea nel giro di pochi giorni più di una volta. "Prima ha accettato la convocazione poi ha rinunciato – ha aggiunto Mancini -. Ci siamo parlati e ha detto che sarebbe rimasto con noi. Ma due giorni fa ha confidato al preparatore dei portieri che se non fosse partito titolare se ne sarebbe andato. Non so spiegarmi questo atteggiamento".
Abbandono della Nazionale. A Mancini non era mai successo di trovarsi dinanzi a condizioni del genere. "Non capisco quando un giovane rifiuta di venire perché non sa se giocherà oppure no. La Nazionale non è un club, è il tuo Paese. Tu rappresenti tutta la gente del tuo Paese. Dovresti essere felice se fai parte di questo gruppo. Voglio solo che i giocatori diano tutto per la maglia che indossano. Ho citato questi due casi e spero che non mi farete più domande al riguardo".