Malesani beve il bicchiere della staffa: “Ho chiuso anche con l’azienda di vini, mi godo la pensione”
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Dieci anni, tanti ne sono trascorsi dall'ultima volta che Alberto Malesani s'è accomodato su una panchina di Serie A. Cinque partite, altrettante sconfitte ne decretarono l'esonero: il Sassuolo si liberò di lui dopo una sconfitta in casa contro il Parma (ironia della sorte).
Dal 2014 a oggi la vita e la carriera dell'allenatore, che a cavallo degli Anni 2000 portò sulla via Emilia ben 3 trofei (Coppa Uefa, Coppa Italia, Supercoppa italiana), sono cambiati radicalmente.
La dissolvenza lo ha portato, poco alla volta, lontano dai campi di calcio e vicino a quelli di vite: l'enologia e il mondo dei vini è stato il business messo in piedi per un po' grazie anche alla "potenza del nostro Amarone", prodotto di punta dell'attività a cui s'era dedicato.
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Adesso ha scelto di mettere un punto fermo anche a quell'esperienza. A 69 anni (ne compirà 70 a giugno), dice a Radio TV Serie A, è arrivato il momento di "godersi la pensione".
Che fine ha fatto? È lui stesso a spiegare cosa fa oggi. "Ho smesso di lavorare da poco e sono un pensionato. Avevo aperto una cantina in Valpolicella ma ho messo fine all'attività cedendo tutto. Ora ho tempo per dedicarmi alla bicicletta, agli amici e al golf".
Il momento in cui Malesani ha messo un punto e tirato una riga tra passato e futuro è stato nel 2020. In quell'anno, che passerà alla storia per il ciclone Covid e tutto ciò che ha comportato, aveva un pensiero che ronzava in testa: aveva capito che la sua avventura nel mondo del calcio era finita. "Mi sarebbe piaciuto allenare qualche nazionale – ha aggiunto -. E qualche contatto in tal senso c'è anche stato… sarei tornato volentieri in Grecia o in Albania ma non se n'è fatto niente".
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Punto e a capo. Il calcio non è più direttamente al centro dei suoi interessi. È qualcosa che gli è rimasto sotto pelle, perché quando ne mastichi a certi livelli poi lo porti dentro per un bel po'. Ma adesso è il momento di guardare avanti, altrove, guardare a quell'ambito con occhi differenti.
"Sono uno spettatore che ha un po' di competenza – ha concluso – e segue l'evoluzione tecnico-tattica del nostro campionato. Poi stop… tutto il resto non m'interessa. Il calcio ha rappresentato una parte importante della mia vita per moltissimi anni ma oggi lo guardo da lontano".