Maledizione infortuni: Pellegri out in Milan-Salernitana dopo 13 minuti
Uno scatto sulla fascia per scardinare la retroguardia della Salernitana, poi la frenata per l'appoggio ad un compagno al limite dell'area con la conclusione dalla distanza di Saelemaekers che non trova la porta di Belec. La partita di Pietro Pellegri è tutta racchiusa in questa azione perché mentre il compagno prova la botta dalla distanza, lui alza la mano e indica alla panchina che c'è qualcosa che non va. Poco dopo si accascia a terra, incapace di proseguire il match in cui i giocatori avevano già ricordato un altro infortunato illustre, Simon Kjaer.
Sono trascorsi solamente 12 minuti dal fischio di inizio di Milan-Salernitana e l'attaccante lanciato in campo dal primo minuto da Stefano Pioli è subito out: una maledizione infortuni che non molla il Milan costretto già a fare di necessità virtù, senza Giroud e Rebic. Al posto di Pellegri infatti, entra Krunic, con i rossoneri che cambiano anche modulo tattico in mezzo al campo con Leao che torna a fare l'unica punta di riferimento. Non si è capito se il giocatore abbia sentito solamente tirare il muscolo e si sia fermato in tempo, fatto sta che ha preferito uscire immediatamente dal campo.
Le cure le ha ricevute una volta fuori, dallo staff medico del Milan che adesso dovrà valutare la natura e la gravità dell'infortunio. Una vera e propria maledizione che si sta abbattendo sul Milan in questo periodo e che riaccende i riflettori sul tema delle tante (troppe) partite ravvicinate che stanno mettendo a dura prova tutti i calciatori di Serie A. Per Pellegri è l'ennesimo stop stagionale e di una carriera che lo ha visto spesso lontano dai campi per muscoli "d'argilla", tanto potenti quanto fragili. In questo campionato, ha giocato solamente in sei partite e mai una per 90 minuti. Già infortunato a metà ottobre, l'attaccante era tornato ad allenarsi ed era stato convocato da Pioli anche per il match contro la Salernitana, il terzo consecutivo in cui ha potuto mettere nelle gambe minuti importanti. Poi, l'ultimo stop e l'attesa di capire i tempi di un nuovo recupero.