Maldini ci mette la faccia: “Con l’Inter non c’è stata gara”. E spiega il futuro del Milan
Quattro derby persi nell'arco di una stessa stagione, per giunta senza segnare gol. Gli ultimi due fanno anche più male: 2-0 e 1-0, 3 tre sberle che hanno ricacciato all'indietro i sogni di gloria e la grandeur milanista che in Champions è di casa. A sfrattare il ‘diavolo' è stata l'Inter che alla squadra di Pioli ha lasciato nulla tanto nel doppio confronto quanto nel bilancio degli scontri tra campionato e trofei nazionali.
Il Milan è uscito malissimo dalla finale di Supercoppa italiana (3-0), in Serie A è finito ko con identico risultato (1-0), in Europa s'è giocato tutto in un quarto d'ora. È quello iniziale nella sfida di andata: l'uno-due micidiale incassato ha di fatto indirizzato la semifinale, alimentando quella mote di rimpianti ingigantita anche dall'infortunio di Leao.
Paolo Maldini non cerca attenuanti, non si aggrappa a scuse di alcun tipo. È uomo di campo, certe situazioni le ha vissute in prima persona. La lettura della doppia semifinale non è relativa solo a martedì sera ma si inserisce in un discorso più ampio. Il 100% delle sfide perse contro i nerazzurri è percentuale che fa riflettere (oltre che provocare mal di stomaco).
"Il divario è reale – ha ammesso nelle interviste del dopo gara l'ex difensore del Milan e della Nazionale -. nelle ultime 4 partite non c'è stata gara. Nel ritorno è stata giocata un pochino meglio… ma comunque compromessa da quella dell'andata. È una maniera quella dell'Inter di giocare che ci dà fastidio e non riusciamo a trovare contromisure. poi è anche verso che abbiamo fatto fatica anche contro squadre meno forti dell'Inter nell'ultimo periodo".
Percorso. È la parola chiave che Maldini utilizza per raccontare cosa è stato il cammino del Milan finora. E anche in questo caso il ragionamento ha uno sguardo al passato e uno al futuro.
"Il percorso non è finito – ha aggiunto -. Abbiamo il dovere di provare a qualificarci tra le prime quattro, aspettando poi cosa succederà alla Juventus. Certo che se incontri l'Inter la cosa brucia e fa sembrare tutto meno bello. Per noi essere arrivati in semifinale è stata una grandissima cosa, anche inaspettata".
Inaspettata, altra parola chiave. Maldini la usa per completare il mosaico della riflessione che esprime con assoluta chiarezza. Come a dire: è stato bello sognare poi il ritorno alla realtà ti mette di fronte all'evidenza delle cose. Che possono cambiare in meglio nel rispetto dei programmi e di quel piano di crescita che può essere solo graduale alla luce degli investimenti e della linea adottata per la (ri)costruzione del progetto Milan condivisa con la proprietà.
"Non siamo strutturati ancora per competere su due competizioni, lo abbiamo detto allo stampa e ai nostri proprietari, lo sanno benissimo… De Ketelaere è un esempio – ha aggiunto a Sky -. Sarebbe stato molto più facile e molto meno oneroso per noi andare su Dybala. Ma non sarebbe stato giusto per la nostra idea di calcio e di investimenti che è costruire una squadra giovane. E prendere dei giovani comporta rischi (altro concetto chiave nel discorso, ndr). Così è stato per Tonali al primo anno e per Charles in questo".