Maccabi Haifa in grande difficoltà con la Juve per motivi religiosi: è il giorno dell’espiazione
Stasera a Torino la Juventus giocherà una partita senza ritorno contro il Maccabi Haifa, nel terzo turno del Gruppo H di Champions League. Usciti sconfitti nelle prime due partite contro PSG e Benfica, i bianconeri non hanno altra scelta che vincere le prossime due gare contro la squadra israeliana (quella di stasera in casa e la settimana prossima ad Haifa), per poi giocarsi tutto a Lisbona contro il Benfica, in quella che sarà di fatto una sfida ad eliminazione diretta in cui servirà solo vincere.
Intanto gli uomini di Allegri devono fare un passo alla volta e ottenere i tre punti stasera allo Stadium, in una sfida che li vede largamente favoriti – contro l'altra squadra a zero punti nel girone – dopo aver incassato l'iniezione di fiducia del largo successo in campionato contro il Bologna. Si rivedrà in campo dal 1′ Di Maria, mentre l'acciaccato Milik andrà in panchina, con dubbio tattico se insistere sul modulo che ha ridato certezze con i felsinei o tornare al 4-3-3. In ogni caso Allegri ha sul tavolo varie opzioni tra le quali scegliere, mentre il suo collega Barak Bakhar si presenta a Torino con grossi problemi di formazione.
Il motivo non è qualcosa legato a infortuni o squalifiche, bensì alla religione. Secondo i precetti dell'ebraismo, infatti, oggi è il giorno dello Yom Kippur, una ricorrenza che celebra l'espiazione. Il giorno della penitenza è quello più solenne dell'anno, dedicato all'espiazione dei peccati e alla riconciliazione, e inizia al crepuscolo del decimo giorno del mese ebraico di Tishri (quest'anno cade il 4-5 ottobre), andando avanti fino al comparire delle prime stelle la sera successiva. La durata può quindi arrivare anche a 25-26 ore.
In questo lasso di tempo è proibito mangiare e bere, precetto che stanno seguendo dall'imbrunire di ieri anche i giocatori israeliani. Una questione che probabilmente condizionerà pesantemente le scelte di formazione del Maccabi Haifa contro la Juve, come ammesso alla vigilia dal tecnico Bakhar: "Io osserverò il digiuno e lo faranno anche alcuni giocatori, ma non è escluso che chi digiunerà vorrà giocare lo stesso. Si tratta di una ricorrenza importante per l'ebraismo che finirà prima dell'inizio della partita e magari qualcuno riuscirà comunque a nutrirsi in modo sufficiente. In ogni caso chi scenderà in campo sarà pronto, abbiamo una rosa ampia e potrò contare sugli stranieri, che non seguono la religione ebraica".
È probabile che i migliori giocatori della squadra, dal capocannoniere stagionale Atzili ai centrocampisti Lavi e Haziza e all'altro attaccante David, non siano della partita, almeno inizialmente. Un bel vantaggio per la Juve, che peraltro deve andare in campo senza farsi condizionare e avendo ben chiaro l'obiettivo: serve solo vincere se si vuole restare in vita in Champions.