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“Ma non sei cresciuto?”: Insigne rivive l’incubo dei pregiudizi sull’altezza

Lorenzo Insigne ha ripercorso le tappe della sua carriera parlando anche delle difficoltà di affermarsi a causa della sua statura. Fortunatamente poi è arrivato il Napoli.
A cura di Marco Beltrami
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Non è facile sfondare nel mondo del calcio, soprattutto se devi fare i conti con i pregiudizi. Lorenzo Insigne l'ha provato sulla sua pelle, in giovanissima età, quando ha dovuto tenere duro per continuare ad inseguire il suo sogno di diventare una stella del pallone. Il talento non è mai mancato al classe 1991, che in più di un'occasione è stato giudicato non idoneo a causa dell'altezza. In un calcio sempre più fisico, la sua statura è apparsa un problema per molti addetti ai lavori che hanno rischiato seriamente di spingere Lorenzo a rinunciare ai suoi obiettivi. Alla fine però la voglia di calcio, la consapevolezza dei propri mezzi, e tanta fiducia e speranza hanno spinto Insigne ad andare avanti, e il suo atteggiamento è stato premiato.

Quello che è certo è che Insigne ha vissuto momento difficili, come raccontato nella sua ultima intervista a Undici. La sua giovane carriera è stata ad un passo dall'interrompersi a causa delle valutazioni negative sull'altezza: "Il più grande pregiudizio nei miei confronti è stato l’altezza. La mia scuola calcio era affiliata al Torino, mi fecero firmare una carta che a 14-15 anni sarei andato da loro per un provino. Partii, feci due-tre allenamenti, giocai una partita e mi dissero: ‘sì, bravo, ma onestamente ci aspettavamo che crescessi‘. Mi mandarono a casa, e la stessa cosa successe all’Inter". 

Fortunatamente nel settore giovanile del Napoli c'è stato chi si è reso conto del grande valore di Insigne, dando priorità al talento e alle doti tecniche rispetto alla fisicità: "L’unico che ha creduto in me è stato Peppe Santoro, al settore giovanile del Napoli. Credo che la situazione sia cambiata. Quando ero bambino, c’erano società che prendevano ragazzi senza che sapessero palleggiare. Bastava che avessero il fisico. Ora mi pare ci siano più opportunità, anche per esordire a diciotto o diciannove anni. Se uno ha qualità, deve andare in campo".

E così è iniziata la lunga storia di Insigne in azzurro, che sembra arrivata ad un punto cruciale alla luce della discussione sul possibile rinnovo. Per il capitano l'amore per la sua terra è indissolubile anche se spesso nei suoi confronti non c'è stata una comprensione totale: "La gente si è sempre aspettata tanto da me. Ho cercato di ricambiare. Ho avuto degli screzi qualche volta coi tifosi e mi dispiace. Un capitano è un garante per le persone che amano la squadra, io credo di aver sempre assicurato che il Napoli non venisse meno all’impegno in campo. Ho un carattere particolare. So scherzare con tutti, ma all’inizio tengo le distanze. Per alcuni tifosi è superbia, sembra che me la voglia tirare. È solo un atteggiamento di difesa. Qualcuno non mi ha mai compreso al 100 per cento. Chi mi conosce davvero, sa come sono fatto".

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