L’umiltà di Berardi dopo la figuraccia in Nazionale: “C’è una sola parola da dire, scusateci”
"A mente fredda fa ancora più male". Inizia così il messaggio che Domenico Berardi ha condiviso sui social network. L'attaccante del Sassuolo è uno dei calciatori che ha sentito di più sulle spalle il peso della disfatta contro la Macedonia. Non è stata solo colpa sua ma trovarsi dinanzi alla porta spalancata, col pallone sui piedi "servito" dal portiere avversario che commette un errore pazzesco, e non riuscire a imprimere al tiro abbastanza forza da far gol è cosa che non dimentichi in fretta. Resta dentro e rode. È un pensiero che ronza in testa e non passa nemmeno se intorno a te c'è un gran baccano.
La punta calabrese non cerca attenuanti. Tra le righe del suo sfogo si può leggere qualcosa in più e di diverso rispetto alle frasi fatte utilizzate da Donnarumma (anche lui nel mirino della critica per l'indecisione e l'errore di valutazione sulla conclusione di Trajkovski), al moto d'orgoglio senza alcun cenno di autocritica da parte di Verratti, alla carica di Bonucci che resetta tutto e si dice pronto a ripartire. Solo Chiellini aveva parlato di errori. Ma a pronunciare le parole che vengono fuori dal cuore è Berardi, ha l'umiltà per farlo senza aggrapparsi a giri di parole. "Il sogno di tutti noi italiani si è interrotto nel peggiore dei modi. Che ci vogliate credere o no, abbiamo davvero fatto tanto. Ci abbiamo provato in tutti i modi ma non è bastato".
No, non poteva bastare. Il punto è sembrato proprio questo: se capiti in un girone di qualificazione contro avversari di modesto cabotaggio (Svizzera, Bulgaria, Irlanda del Nord, Lituania) e sei la Nazionale campione d'Europa non puoi sbagliare fino al punto di fallire. "Era l’obiettivo di tutto il gruppo andare al Mondiale. Per molti di noi la prima volta di giocarci la coppa più bella per il nostro paese. Era nostra responsabilità portarvi al Mondiale e vivere una splendida avventura tutti insieme come quella della scorsa estate".
Martedì sera in Turchia l'Italia giocherà l'ultimo atto di questi playoff. Una coda che aggiunge sale sulle ferite. Sarebbe sbagliato considerare solo un'amichevole questo incontro: sia per una questione di onore e di orgoglio, sia perché vincere può giovare per il Ranking. Quel che accadrà dopo è ancora in divenire, a cominciare dalla scelta di Mancini di restare oppure dare le dimissioni. "Dovevamo e potevamo dare di più perché quello che ci fa più rabbia è che non siamo questi – la conclusione amara di Berardi -. Non ci sono tante cose da aggiungere. Se non, scusateci per questo disincanto. Noi lavoreremo per tornare a farvi sognare. Insieme. Uniti. Azzurri".