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Mondiali in Qatar 2022

L’ultimo sospetto sull’Argentina campione del mondo: “Francia avvelenata, non era un virus”

La finale dei Mondiali in Qatar vinta dall’Argentina sulla Francia ha lasciato dietro di sé i veleni di sospetti farneticanti: li ha disseminati uno dei più autorevoli giornalisti inglesi.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il giorno dopo fa doppiamente male alla Francia, che si risveglia dall'aver cullato il sogno del doppio titolo mondiale consecutivo e si ritrova con un pugno di mosche in mano. Gli 8 gol da capocannoniere di Mbappé, la seconda giovinezza di Giroud, il Griezmann reinventato uomo ovunque sulla trequarti avversaria, il Rabiot ritrovato pilastro: tutto inutile e destinato ad essere dimenticato. È la legge dello sport: chi vince si prende tutto. E l'Argentina tutto si è preso: gli applausi di ieri e la gloria eterna di domani. I Mondiali del 2022 in Qatar saranno ricordati come quelli di Messi finalmente seduto al fianco di Maradona nell'Olimpo del calcio, mentre della squadra di Deschamps resterà il rimpianto di quello che avrebbe potuto essere.

Se Kanté e Pogba fossero stati disponibili per i Mondiali, se Benzema non si fosse fatto male prima dell'inizio del torneo (decidendo poi di non richiamarlo quando disponibile), se in finale Kolo Muani non si fosse divorato la rete della vittoria al 123′ trasformando Dibu Martinez in un eroe, se Coman e Tchouameni avessero segnato i loro rigori nella sequenza finale. Se, se, troppi se. Buoni solo per raccontare storie ai nipotini, non per mettere trofei in bacheca. E poi ancora quel maledetto ‘virus del cammello', o chissà cos'altro era. Un'infezione virale che aveva colpito la rosa della Francia nei giorni precedenti semifinale e finale.

La Francia a pezzi dopo aver perso la finale dei Mondiali
La Francia a pezzi dopo aver perso la finale dei Mondiali

Prima Upamecano e Rabiot erano stati costretti a saltare la semifinale col Marocco, poi Coman era finito in isolamento con gli stessi sintomi, infine anche Varane e Konaté avevano accusato un malessere simile. Tutti poi avevano giocato la finale, chi dal primo minuto e chi entrando a partita in corso, ma è chiaro che un recupero così affrettato da un problema virale non poteva non lasciare scorie nel fisico dei giocatori. Qualcuno peraltro – continuando nella farneticante narrazione di un presunto complotto che avrebbe spinto l'Argentina fin dall'inizio, con rigori a favore e arbitraggi compiacenti indirizzati a far finalmente vincere un Mondiale a Messi come voluto dalla FIFA – si è spinto oltre e ha lanciato accuse pesantissime di manomissione della finale.

La teoria della cospirazione pro Argentina viene rilanciata non da un anonimo leone da tastiera, ma da uno dei più autorevoli giornalisti inglesi, quel Piers Morgan seguito da oltre 8 milioni di followers su Twitter e grande amico di Cristiano Ronaldo (è stato lui a registrare l'arcinota intervista al portoghese che poco prima dei Mondiali ha segnato il punto di non ritorno col Manchester United). Nella sua continua campagna a favore di CR7 nell'eterno confronto con Messi – che da ieri pende decisamente dalla parte dell'argentino – Morgan si lascia andare ad un'accusa gravissima: "Non era un virus, la squadra francese è stata chiaramente avvelenata di proposito".

Parole che andrebbero circostanziate per quanto sono serie e pericolose, tenuto conto anche del pulpito importante da cui provengono (il tweet in questione è diventato ovviamente virale). Ed invece Morgan ha fatto cadere la cosa lì, lasciando che la cagnara delle lamentele per l'esito della finale arrivasse dalla Francia, con l'accusa all'arbitro Marciniak di non aver annullato la seconda rete di Messi del momentaneo 3-2 argentino come da regolamento, per l'ingresso in campo di un paio di componenti della panchina a gioco in corso. Ma al di là di quest'episodio particolare, l'intera direzione del fischietto polacco è stata bocciata dai media transalpini, con L'Equipe che addirittura gli ha dato 2 come voto.

"Marciniak non è stato all'altezza della situazione, tanto meno del suo lavoro – ha argomentato il giornale – Il rigore assegnato a Di Maria era molto leggero, non troppo diverso da quello negato a Marcus Thuram, ma l'arbitro polacco responsabile del VAR non aveva intenzione di interrogare il suo connazionale davanti a tutto il mondo. Ci sono state inoltre diverse altre decisioni che hanno provocato rabbia e incomprensioni: come ha fatto Cristian Romero, responsabile di tanti falli brutali, a finire la partita senza cartellino giallo? Come ha fatto il signor Marciniak a non ammonire gli argentini quando hanno stroncato i contropiedi con ogni mezzo necessario, tiri di maglia, falli cinici e colpi? Come ha fatto Emiliano Martinez ad afferrare la palla, durante i calci di rigore, e a lanciarla lontano da Tchouameni senza che l'arbitro intervenisse?".

Domande cui il direttore di gara polacco potrebbe rispondere senza molto sforzo, esibendo le pagelle che ha ricevuto in tutto il resto del mondo: voti altissimi ovunque, con buona pace di complottisti e simili, incluso il giornalista di ‘El Chiringuito' Juanma Rodriguez, che senza mezzi termini ha twittato "Mundial comprado". Inutile tradurre: sembra davvero che qualcuno l'abbia vissuta più come una sconfitta personale che altro.

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