L’ultimo saluto a Vialli nei funerali in forma privata a Londra: Mancini e Mauro portano la bara dell’amico
Una cerimonia composta che si è svolta in forma assolutamente privata. Così avrebbe voluto Gianluca Vialli, che ha sempre vissuto con molto contegno tutto il percorso della malattia. E i suoi cari ne hanno rispettato il desiderio, lasciando che a sapere data e luogo della cerimonia fossero in pochi.
Al funerale, che si è celebrato ieri pomeriggio per dare l'ultimo addio all'ex calciatore morto il 6 gennaio scorso, c'era una ristretta cerchia di persone: la moglie, Cathryn White Cooper e le figlie Olivia, 18 anni, e Sofia, 16; i familiari che sono giunti a Londra da Cremona; i fratelli Mina, Nino, Marco e Maffo; alcuni amici intimi tra cui Roberto Mancini, Ciro Ferrara e Massimo Mauro che hanno portato la bara dell'ex compagno di squadra e campione azzurro.
A rendergli omaggio c'era anche il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, che a Vialli aveva affidato il ruolo di capo delegazione della Nazionale (salvo riceverne la telefonata nella quale si diceva costretto ad abbandonare l'incarico).
Il rito è durato una quarantina di minuti, nella cappella alla periferia di Londra c'erano poco più di trenta persone. Cordoglio e raccoglimento hanno accompagnato quei momenti molto difficili e una celebrazione lontana dalla luce dei riflettori. Mancini, Mauro, Ferrara e i fratelli di Vialli hanno preso la bara sulle spalle e l'hanno portata all'interno della basilica.
Una volta conclusa la messa funebre, le persone presenti si sono strette in un abbraccio e poi si sono recate nella casa londinese dell'ex giocatore di Cremonese, Samp, Juve e Nazionale. Secondo la tradizione che c'è in Inghilterra, i partecipanti al rito si sono ritrovati in un secondo momento nell'abitazione del caro estinto per rendergli un ultimo omaggio commemorativo. Dopo qualche ora il consesso si è sciolto portando nel cuore dolore ma anche i ricordi più belli di Vialli.
La settimana scorsa era stata celebrata una messa a Cremona, città Natale dell'ex campione. La parrocchia di Cristo Re, che aveva accolto da ragazzino l'ex calciatore, è stato il luogo dove stringersi in un abbraccio e dire una preghiera per l'amico morto per la recrudescenza del tumore al pancreas. A quell'evento non avevano voluto mancare gli ex compagni di squadra in grigiorosso, in blucerchiato, nell'esperienza a Torino e quella tra le fila dell'Italia. A Londra, il rito in forma privata.