L’ultimo quarto d’ora di Inter-Napoli mostra ancora una volta tutti i limiti di Conte

Sparita dal campo nonostante la superiorità numerica per l'espulsione di Lorenzo Insigne. Cosa è successo all'Inter nell'ultimo quarto d'ora della partita contro il Napoli è tutto nella realtà delle cifre a corredo di un match che ha sì permesso a Conte di "mettere in saccoccia" (come rivendicato nelle interviste) una vittoria pesante ma ribadisce tutte le perplessità sul rendimento, sul gioco e sulla dimensione non da grande squadra. Piuttosto, una provinciale che deve salvarsi con la fortuna di avere in rosa Lukaku e soprattutto Handanovic (migliore in campo e decisivo per il risultato).
C'è un dato in particolare che fotografa come i nerazzurri abbiano sofferto in casa contro un avversario organizzato, compatto, pericoloso, capace di ‘stare sul pezzo' (per dirla alla Gattuso) anche quando il risultato e l'episodio del ‘rosso' al capitano ne avrebbero tramortito ogni buona intenzione: l'ultimo (e unico) tiro effettuato nella ripresa è stato il calcio di rigore battuto e realizzato da Lukaku. Il terzo in assoluto dopo la conclusione di Martinez (scaturita più da un errore dei partenopei che da un'azione) e un colpo di testa di Gagliardini, entrambi nel primo tempo.
Restiamo ancora sui quindici minuti in cui è successo di tutto, dal 70° in poi quando l'incontro è salito di tono e ha regalato emozioni: 66 a 34 la percentuale di possesso palla in favore dei campani (60 a 40 quella complessiva), 5 i tiri effettuati dalla formazione di ‘ringhio' (tra cui le 2 parate di Handanovic e il palo di Petagna nel recupero), 4 le grandi possibilità create sempre in favore dei partenopei (in particolare il tacco di Insigne poco prima del ‘vaffa' all'arbitro e dell'espulsione, oltre alle occasioni di Lozano e Zielinski).

In mezzo ci sono stati il buio totale, i rischi corsi da Brozovic, che voleva la maglia di Zielinski a tutti i costi (fino a tirarla in maniera plateale), e Skriniar, le scelte di Conte che – in casa, con un uomo in più e in vantaggio di una rete – addirittura toglie un attaccante (Lautaro) e inserisce un difensore (Hakimi) lasciandosi schiacciare dal Napoli. La mappa di calore del match, che fotografa le posizioni medie e più battute, lo ribadisce: nell'area di rigore degli azzurri l'Inter è entrata prevalentemente per calciare il penalty. Però ha vinto e tanto basta, soprattutto se nemmeno a metà stagione sei già fuori dalle Coppe e per la seconda volta consecutiva eliminato ai gironi dalla maggiore competizione continentale per club. Non una vittoria sporca e da grande squadra. Una vittoria sporca e basta.