L’ultimo oltraggio a Dani Alves arriva nel cuore della sua terra: vandalizzata la sua statua a Bahia
Un ultimo affronto, forse il più grave di certo il più sentito: la statua di Dani Alves eretta a Bahia per ricordare l'immensità sportiva del brasiliano nato 40 anni fa a Juazeiro, è stata oltraggiata da alcuni vandali che hanno deciso di mostrare al mondo il declino che l'immagine del calciatore ha oramai incanalato da quando è stato accusato di violenza sessuale e portato in carcere a Barcellona.
Le accuse di abusi sessuali e violenza da parte di una ragazza di 23 anni che ha denunciato Dani Alves a inizio anno e per le quali il brasiliano è tutt'ora in carcere, con detenzione preventiva in attesa di processo, hanno stravolto inesorabilmente la vita del giocatore. Sia sul fronte personale, con il divorzio richiesto dall'oramai sua ex moglie Joana Sanz, sia su quello professionale visto che oramai difficilmente potrà tornare comunque su un terreno di calcio, sia su quello della popolarità perché Dani Alves era uno degli sportivi brasiliani da sempre più seguiti e amati.
Invece, ciò che si è consumato nelle ultime ore nel cuore della sua terra, a Bahia, sembra aver decretato l'ultimo atto della cancellazione del suo nome e della sua popolarità non solo simbolicamente ma anche realmente dall'immaginario collettivo brasiliano: la sua statua, eretta nel 2020 in onore delle gesta calcistiche che lo hanno reso il giocatore più vincente al mondo e fatto conoscere Juazeiro come nessun altro, è stata vandalizzata. Nella sua città natale, Juazeiro, alcuni sconosciuti nella notte hanno coperto con un sacco della spazzatura la testa del giocatore per poi avvolgerla con del nastro adesivo.
Un atto che ha scosso il paese brasiliano e ha riportato a galla l'impatto di quanto è accaduto a Dani Alves, passato dal ruolo di eroe nazionale e modello da imitare a personaggio da cancellare per le sue influenze negative dopo le pesantissime accuse che gli sono state mosse. Una sentenza popolare, ancor prima del regolare processo cui Alves ha diritto e verrà sottoposto nei prossimi mesi, in cui dovrà dimostrare ciò che lui ha sempre sostenuto: che il rapporto avvenuto con la 23enne nella discoteca di Barcellona fu consenziente e non si trattò di violenza carnale.