L’ultima volta della Salernitana in Serie A 22 anni fa: finì con uno spogliatoio distrutto
La Salernitana è tornata in Serie A 22 anni dopo l'ultima partecipazione. Per i granata si tratterà della terza partecipazione nel massimo campionato nazionale e la squadra di Castori proverà a fare meglio di quella che ha fatto parte del campionato 1998-99, retrocessa immediatamente in Serie B.
La squadra: Delio Rossi allenatore e tanti giovani di belle speranze
Il presidente di quella Salernitana è Aniello Aliberti, che ha preso in mano la squadra nel 1994, riportandola in Serie A in quattro anni e mezzo secolo dopo l'ultima volta. In panchina siede Delio Rossi, l'uomo della promozione. La squadra è composta di giovani di belle speranze come Marco Di Vaio, che si rivelerà il capocannoniere dei granata con 12 reti, e i fratelli Giovanni e Giacomo Tedesco, a cui si aggiungono gli uomini di maggiore esperienza come il capitano Roberto Breda. Dal mercato arrivano Rigobert Song, difensore camerunese di cui Aliberti si è innamorato ai mondiali di Francia, e soprattutto Gennaro Gattuso, di ritorno in Italia dopo l'esperienza in Scozia ai Rangers. Oltre a loro, il direttore sportivo Giuseppe Pavone porta in Campania Antonino Bernardini e altri due ragazzi promettenti come Ighli Vannucchi e David Di Michele.
Il girone di andata e il tentativo di esonero di Delio Rossi finito male
Salerno è una piazza calda, come testimoniato dalla media di 32.000 spettatori che si affollano allo stadio Arechi. La città non vede l'ora di godersi finalmente un'annata in Serie A, annata che si rivelerà più travagliata del previsto sia dentro che fuori dal campo.
La prima vittoria in campionato dei granata, infatti, arriva soltanto il 1° novembre, quando il gol di Giacomo Tedesco regala i tre punti a Delio Rossi contro la Lazio. Nelle successive tre partite arrivano altre due affermazioni contro Perugia e Venezia, ma si rivelano una gioia effimera, poiché restano le uniche tre vittorie in tutto il girone d'andata.
A gennaio il presidente Aliberti è deciso a dare una scossa all'ambiente, così decide di esonerare Delio Rossi, chiamando al suo posto Francesco Oddo, tecnico retrocesso due anni prima sulla panchina della Reggiana. I tifosi non la prendono bene e irrompono nella sala stampa durante la presentazione del nuovo allenatore, aggredendo il patron e chiedendogli di richiamare l'allenatore che li ha portati in Serie A. La città è scioccata, il sindaco Vincenzo De Luca, oggi governatore della Campania, si esprime in maniera dura sulla vicenda:
Ciò che è accaduto è un atto scellerato di un delinquente che non si rende conto di come un’idiozia del genere pregiudica l’immagine di tutta una città.
Aliberti revoca l'esonero di Rossi e si dimette da presidente, salvo poi ripensarci. Il clima si rasserena ma i risultati continuano a non arrivare. La vittoria sulla Roma è uno dei pochissimi momenti di felicità della "seconda" gestione di quello che diventerà l'allenatore della Lazio.
L'ingaggio di Oddo e la retrocessione in casa del Piacenza
Il 25 marzo il presidente richiama Francesco Oddo, che stavolta diventa il tecnico della Salernitana. In città sembra tornare il sereno: la squadra inanella cinque risultati utili consecutivi, comprese le vittorie su Inter e Juventus, e sembra essere sulla strada giusta per centrare la salvezza. Resterà un'illusione.
I granata si presentano all'ultimo appuntamento della stagione in casa di un Piacenza già salvo. Hanno bisogno di vincere e sperare nella contemporanea sconfitta del Perugia contro il Milan per salvarsi. I rossoneri battono gli umbri e si laureano campioni d'Italia, ma gli uomini di Oddo non riescono ad approfittare del risultato favorevole e non vanno oltre il pareggio. I padroni di casa vanno in vantaggio con l'ultimo gol in Serie A di Pietro Vierchowod, mentre la Salernitana pareggia con un rigore di Salvatore Fresi, riportato a casa dall'Inter nel gennaio precedente. L'arbitro Bettin, all'ultima partita della sua carriera, concede 7 minuti di recupero, ma non fischia un calcio di rigore dubbio per un contatto tra "il russo" e Di Michele. È l'ultimo atto della permanenza in Serie A dei campani. Al triplice fischio del direttore di gara, si scatena una rissa in campo e la tensione sale anche sugli spalti. I giocatori di Oddo, in preda alla rabbia, distruggono lo spogliatoio e cercano di entrare nella stanza riservata all'arbitro. Il presidente Aliberti affronta la retrocessione con amarezza:
La Salernitana non retrocede oggi, i suoi punti li ha persi durante il campionato. Ciò che dà fastidio è come la retrocessione sia maturata all’ultima giornata.
L'incendio del treno e la morte di quattro ragazzi
I 10.000 tifosi arrivati a Piacenza per sostenere la squadra si rimettono in viaggio per tornare a casa ma quattro ragazzi non avranno la possibilità di raggiungere Salerno. Il treno dove viaggiano gli ultras prende fuoco sotto la galleria di Nocera Inferiore: Ciro Alfieri, Giuseppe Diodato, Enzo Loi e Simone Vitale muoiono a causa delle fiamme.
Salerno è in lutto, il dramma sportivo passa in secondo piano davanti alla tragedia umana. Ventidue anni dopo quella brutta vicenda di cronaca, la Salernitana tornerà in Serie A, dove proverà a rendere onore non solo alla sua città, ma anche a quei quattro ragazzi che hanno perso la vita per essere al suo fianco.