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L’ultima sfida di Goran Pandev: portare il Parma in Serie A

Goran Pandev è l’acquisto fatto nell’ultimo giorno di mercato dal Parma. All’attaccante macedone chiede esperienza e gol per centrare la promozione in Serie A.
A cura di Maurizio De Santis
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Pandev in Serie B, lo ha voluto il Parma che ha scelto la sua esperienza per tentare la missione impossibile: la promozione in Serie A.
Pandev in Serie B, lo ha voluto il Parma che ha scelto la sua esperienza per tentare la missione impossibile: la promozione in Serie A.

In Serie A ha giocato l'ultima partita il 9 gennaio scorso: un tempo nella sfida persa dal Genoa contro lo Spezia (0-1). Goran Pandev adesso riparte dalla Serie B e da Parma, le ultime notizie di calciomercato in tempo reale rilanciano lo scambio di documenti in corso per formalizzare il trasferimento della punta macedone in Emilia. A 38 anni si concede un'ultima sfida della carriera: riportare i ducali in Serie A. Lo farà nella stessa formazione che vede in campo Gigi Buffon tra i pali e Franco "el mudo" Vázquez: ce n'è abbastanza, quanto a esperienza, per fare all-in e tentare la promozione.

Ma servirà una seconda parte di stagione perfetta, a mo' di rullo compressore a giudicare dal gap in classifica (dai 14 ai 16 punti) rispetto alle prime 3 del torneo – Lecce (40), Pisa (39), Brescia (38) – e alla porticina dei playoff che resta un'opportunità ancora sul tavolo.

Ecco perché quel che può sembrare un azzardo è invece un mossa che ha una strategia precisa: là davanti serve un bomber che sia una ‘vecchia volpe' dell'area di rigore, un giocatore che può alzare ancora un po' l'asticella del tasso tecnico e delle giocate. E Pandev, affermatosi in Italia come in Europa, ha i requisiti per trasformare in possibile una missione impossibile. L'accordo è fino al termine della stagione poi, con ogni probabilità, appenderà le scarpette al chiodo.

Goran Pandev ha accettato il trasferimento al Parma in Serie B.
Goran Pandev ha accettato il trasferimento al Parma in Serie B.

Leggi il nome di Pandev e tra i primi ricordi che affiorano c'è la sua immagine euforica nell'anno incredibile del ‘triplete' conquistato dall'Inter di Mourinho. In quella squadra lui e Thiago Motta (oggi sulla panchina dello Spezia) rappresentarono due risorse preziose per compiere un'impresa da sogno: scudetto, Coppa Italia e Champions League, con il trionfo europeo che fece da ciliegina sulla torta. "All'estero mi avrebbero pagato anche di più – disse spiegando la decisione di trasferirsi a Milano dalla Lazio -. Ma la voglia di lavorare con Mourinho e di allenarmi qua con lui era più forte di tutto". Furono 69 le presenze complessive, scandite da 8 gol e 15 assist perché nell'area di rigore sapeva come starci e rendersi prezioso.

Nella Capitale, sponda biancoceleste, ha giocato il maggio numero di gare in assoluto in Serie A (192, 64 gol e 19 assist) ma ha lasciato un buon ricordo di sé anche al Napoli (124 match, 22 reti e 24 assist), al Genoa (187 gare, 32 reti e 12 assist) e allo Spezia (23 partite, 4 gol).

La sua nazionale – la Macedonia del Nord – gli ha regalato scintille di gioventù negli ultimi Europei: non è bastato per aiutarla a superare il girone ma è tornato a casa con un gol segnato all'Austria nel primo match del Gruppo C. In totale ha indossato la maglia della selezione del suo Paese per 122 volte (39 gol).

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