L’ultima rivoluzione di Guardiola si chiama 2-3-5 e fa volare il Manchester City
I grandi allenatori, che non sono moltissimi, sono quelli che sanno cambiare, sanno rimodernarsi e che non si fossilizzano sul solito schema. Perché alla fine ogni modulo, ogni stile di gioco diventa prevedibile. Pep Guardiola ha segnato un'epoca del calcio e ha capito a inizio stagione di dover cambiare qualcosa nel suo Manchester City, che dopo aver incassato 5 gol dal Leicester ha iniziato la sua mutazione. Pep ha addestrato i suoi ragazzi che da dicembre in poi hanno solo vinto, 16 successi consecutivi, la serie è aperta, e le mani sulla Premier League il City le ha rimesse grazie a un nuovo modo di giocare, di attaccare e di difendere.
Guardiola sabato scorso ha sconfitto 3-0 il Tottenham di Mourinho, che è stato l'ultimo a batterlo, e la settimana precedente aveva rifilato 4 gol al Liverpool di Klopp, in mezzo il successo da record con lo Swansea in FA Cup.
Come è cambiato il Manchester City
Contro gli Spurs, oltre all'ennesimo gol di Gundogan, che ha segnato il definito 3-0 sfruttando un assist di Ederson, si è notato come in fase d'attacco il City giocasse con una sorta di 2-3-5, che in un paio di occasioni aveva già proposto ai tempi del Bayern. I due esterni difensivi, i terzini di una volta, avanzavano e si affiancavano così al mediano, il play basso, che è Rodri. Mentre i due centrocampisti più offensivi occupano lo spazio e si avvicinano maggiormente alla punta centrale e ai due esterni d'attacco, le care vecchie ali, Foden e Sterling si allargano ulteriormente.
Il City attacca con 8 giocatori
In questo modo il Manchester attacca con tantissimi giocatori ma si difende anche molto bene e lo fa meglio rispetto a prima perché così rientrano praticamente in otto o addirittura in nove e si spiegano così i tantissimi clean sheet. Guardiola giocando in questo modo proverà a realizzare il Grande Slam, proverà a vincere quattro trofei nella stessa stagione e cercherà di ottenerlo grazie all'ordine che è riuscito a creare.
Il pallone scivola senza problemi, scorre, e le linee di passaggio sono precise e determinanti oltre a Gundogan è Cancelo, che ricopre il ruolo che è stato quello di Dani Alves, ai tempi del primo Barcellona di Guardiola. Un finto terzino che gioca a centrocampo è che di fatto è un'ala, ma a differenza del brasiliano Cancelo ha maggiori compiti difensivi e che cerca però anche di trovare la giocata e soprattutto la superiorità a metà campo per vie centrali.