L’ultima lettera di Dal Pino ai club di Serie A racconta l’amara verità: “Ci ho provato”
Paolo Dal Pino lascia la presidenza della Serie A. La sua decisione è arrivata improvvisamente. L'imprenditore e dirigente milanese, che aveva iniziato la sua carriera in Fininvest, ha motivato questo suo imminente addio al prestigioso incarico per motivi di famiglia. Dal Pino ha fatto presente di voler cambiare completamente la sua vita andando a vivere negli Stati Uniti d'America. Dal Pino, che nel corso della sua carriera ha anche rivestito ruoli importanti in Pirelli e Telecom, era stato eletto presidente della Serie A a inizio 2020 trovando dalla sua parte il parere favorevole alla sua votazione soprattutto Claudio Lotito, il presidente della Lazio, contrarie alla sua elezione invece Juventus, Inter e Torino.
Oggi Dal Pino ha però deciso di lasciare, decisione che non aveva preso nemmeno dopo le pesanti accuse lanciate dal presidente dell‘Inter Zhang che lo definì "il più grande pagliaccio mai visto" e di Atalanta, Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Napoli ed Hellas Verona, che ne chiesero le dimissioni per via della cattiva gestione sul tema dei fondi e della questione dei diritti TV. Juventus, Inter, Lazio, Napoli, Atalanta, Fiorentina e Verona inviarono infatti una dura lettera indirizzata al presidente Dal Pino, all'ad De Siervo e alle altre 13 società di Serie A ribadendo il proprio dissenso alla partnership del calcio italiano con fondi d'investimento per la gestione dei diritti TV.
I progetti e le battaglie in Lega con i 20 club di Serie A
L'idea di Dal Pino sul tema dei fondi sui diritti TV era infatti quella di creare una Media Company con conseguente ingresso dei Fondi di private equity nella nuova società che si occuperà degli aspetti manageriali e commerciali del prodotto "calcio italiano". L'obiettivo principale sarebbe stato quello di aumentare gli introiti attraverso una maggiore valorizzazione del brand e una differente distribuzione dei contenuti.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso poi solo qualche giorno fa con la spaccatura in atto con la FIGC di Gravina sulla questione riguardante lo statuto e governance della Lega Serie A. Una vera e propria accusa nei confronti della Federcalcio a firma dei 20 club di Serie A che hanno duramente contestato l'adeguamento del quorum nelle votazioni dell'assemblea che comporterebbe il passaggio dalla maggioranza qualificata a quella semplice. Nonostante questo, l'invio della lettera e il testo finale della stessa non sarebbe stato concordato da tutte le società.
Torino, Bologna, Roma, Milan, Genoa, Spezia, Cagliari ed Empoli avrebbero infatti contestato alla Lega Serie A la decisione di forzare la mano con la FIGC inviando una lettera dai toni così aspri che ha inevitabilmente creato una spaccatura enorme fra le parti. È l'inizio della fine e probabilmente uno dei motivi fondanti delle dimissioni di Dal Pino. Nel testo della sua lettera di dimissioni Dal Pino ha sottolineato: "Ho provato a proporre idee e innovazione in un contesto resistente al cambiamento".
La lettera di dimissioni firmata da Paolo Dal Pino
Dal Pino ha spiegato le ragioni del suo addio motivandole con questioni strettamente familiari e lavorative: "Ho trasferito in California il centro della mia vita professionale e familiare – scrive – È pertanto impossibile continuare nel mio ruolo di Presidente della Serie A". Il presidente uscente dalla Lega di Serie A ringrazia tutti coloro i quali hanno lavorato al suo fianco spiegando il perché alcuni progetti non siano andati a buon fine: "È stato un onore presiedere l’Assemblea e il Consiglio di Amministrazione di questa Associazione e ringrazio tutti Voi per i due anni trascorsi insieme – prosegue la sua lettera – Sin dall’inizio del mio mandato, ho cercato di affrontare i temi critici della Governance della Serie A e dell’innovazione, portando avanti la creazione di una Media Company e l’ingresso nel capitale dei fondi di Private Equity".
Dal Pino sottolinea l'importanza di una prima struttura: "Il primo progetto é stato realizzato nei fatti con il centro IBC di Lissone grazie al lavoro della struttura della Lega e spero che a breve avvenga anche la trasformazione della Governance con un modello di public company". Dal Pino si toglie un piccolo sassolino dalla scarpa sulla questione dei fondi: "La proposta dei fondi si è invece arenata per i motivi che conoscete – scrive ancora – La bontà del progetto è stata poi purtroppo certificata da altri, con la Liga Spagnola che ha concluso un accordo con il Private Equity che aveva iniziato tutto con noi e con altre Leghe europee che stanno portando avanti la stessa visione strategica".
Infine il saluto al presidente della FIGC, Gabriele Gravina, e l'augurio di un buon lavoro a tutti per il futuro: "Sono orgoglioso di aver lavorato con una strettissima unità di intenti con la FIGC e ringrazio il Presidente Federale Gabriele Gravina, gentiluomo, amante di questo sport e guida ispirata del calcio italiano e dei principi di correttezza e lealtà sportiva con cui ho condiviso due anni di battaglie fianco a fianco per sopravvivere alla pandemia e per cercare di rilanciare il calcio italiano in mezzo ad infinite difficoltà esterne ed interne".