Lukaku sconcertante: “Per me tre squadre sono il top, pensavo di andarci”. Assenti Inter e Chelsea
Con la sua intervista di fine anno, Romelu Lukaku è riuscito nella non facile impresa di scontentare tutti. Se esistesse un premio per le dichiarazioni più improvvide, il belga lo vincerebbe a mani basse. La chiacchierata con l'inviato di Sky che lo ha raggiunto a Londra, non concordata col Chelsea né col proprio agente Pastorello, ha colto di sorpresa lo stesso club londinese, che nulla sapeva al riguardo.
Pur guadagnando dunque 12 milioni netti all'anno – il 40% in più rispetto agli 8,5 percepiti all'Inter – Lukaku fa sapere di "non essere contento della situazione" con i Blues, che a loro volta saranno meno contenti di saperlo, visti i 115 milioni spesi l'estate scorsa per strapparlo ai nerazzurri. Così come i tifosi del Chelsea non saranno contenti di avere in squadra un giocatore che ora sogna di tornare all'Inter, anzi ne è certo al punto di dire che la reunion con Lautaro Martinez non si farà a Londra ma in maglia nerazzurra. Tuttavia neanche i sostenitori dell'Inter hanno apprezzato le sue tardive scuse per le modalità dell'addio estivo, come gli hanno fatto subito sapere con un eloquente striscione: "Non conta chi con la pioggia scappa. Conta chi nella tempesta resta. Ciao Romelu".
Dichiarazioni a ruota libera, senza nessun filtro, che davvero potrebbero avere il solo pregio della sincerità, visto che quanto a opportunità e utilità siamo allo zero assoluto. Se fosse un tentativo di forzare la mano per tornare subito all'Inter, l'operazione – fattibile solo in prestito gratuito o quasi dal punto di vista dell'Inter – sarebbe una follia per il Chelsea, che di fatto butterebbe a mare dopo pochi mesi uno degli investimenti più massicci nella storia del calcio mondiale.
In un passaggio dell'intervista, Lukaku si dà anche del bugiardo e del mercenario, quando riscrive completamente la narrazione del suo addio all'Inter, che l'estate scorsa aveva giustificato con la chiamata da parte del club per cui faceva il tifo da bambino, cui non poteva dire no. E invece adesso si scopre che la verità è un'altra, la richiesta di rinnovo fatta all'Inter, che gli ha detto no: "Dopo il secondo anno, quando abbiamo vinto lo scudetto, sono andato dai dirigenti e ho parlato, ho chiesto il rinnovo del contratto. Perché ho 28 anni, la mia famiglia a Milano stava bene e avevo (e ho ancora) un appartamento a Milano. Mi sono detto: il prossimo anno mio figlio viene a vivere qui. E così mia madre. Vivremo tutti insieme in Italia, staremo bene… però non hanno voluto. Non c’era la possibilità, e questo era difficile da accettare".
Il 28enne belga sarebbe dunque rimasto all'Inter col rinnovo di contratto (e relativo adeguamento), ma per farne solo una tappa nella sua carriera verso qualcosa di meglio. I progetti infatti erano altri, come spiega adesso in maniera sconcertante: "Nella mia testa pensavo di poter fare qualche anno in più all’Inter. Nel calcio, per me, ci sono tre squadre top in assoluto al mondo: Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco. Un giocatore, tutti i giocatori hanno il sogno di mettere un giorno la maglia di uno di questi tre club. Dico la verità. Pensavo di fare mia storia con l'Inter e, se un giorno ci fosse stata la possibilità, di andare in una di queste squadre. Solo allora sarei andato via dall’Inter, ma prima volevo rinnovare".
Marotta e Ausilio tuttavia l'hanno pensata diversamente e l'attuale situazione dell'Inter – in testa al campionato e qualificata agli ottavi di Champions League – dà ragione alle scelte fatte dai nerazzurri, quando hanno massimizzati gli addii di Lukaku e Hakimi ed hanno rimpiazzato il fuggiasco Conte con Simone Inzaghi. Nella nuova ricostruzione degli avvenimenti fatta dal belga, solo a quel punto ha detto sì al Chelsea: "Il rinnovo non è successo e allora mi sono detto: se non succede, c’è solo una squadra dove mi posso immaginare, ovvero il Chelsea. Non pensavo di andare via fino a un certo punto, quando loro davvero sono venuti. Avere possibilità di tornare qui con la maglia della squadra per la quale tifavo da bambino, beh era difficile dire di no. Ma se l'Inter mi avesse fatto il rinnovo, sarei rimasto".
L'intervista va contestualizzata al momento in cui è stata registrata, ovvero più di tre settimane fa, quando Lukaku – rientrato dall'infortunio che lo aveva tenuto fuori per un mese – era nel momento più basso del suo rapporto con Thomas Tuchel, che lo aveva spedito in panchina per quattro gare di Premier consecutive, prima che il giocatore si fermasse di nuovo per la positività al Covid. Titolarissimo ad inizio stagione, l'attaccante belga è tornato ad esserlo nelle ultime due partite, per ironia della sorte proprio poco prima che venisse resa pubblica l'intervista. È comprensibile che Tuchel l'abbia presa molto male e non lo ha nascosto, dicendosi sorpreso e contrariato per qualcosa "di cui non c'era bisogno".
E secondo voci provenienti da Oltremanica nelle ultime ore, il tecnico del Chelsea potrebbe usare il pugno duro con Lukaku, lasciandolo fuori squadra per il big match di domenica pomeriggio contro il Liverpool. Chissà cosa avrà pensato l'agente del giocatore, Federico Pastorello, quando avrà sentito le parole del suo assistito dopo averlo portato a peso d'oro al Chelsea…