Lukaku e la profezia di Eder, sapeva tutto: “Suning vuole mettersi in tasca 100 milioni”
Prima la cessione di Achraf Hakimi al PSG, ora quella di Romelu Lukaku al Chelsea. Il ridimensionamento dell'Inter, che tanto spaventava i tifosi nerazzurri, è arrivato nel suo momento clou. Per diverse settimane, i supporters della Beneamata hanno coltivato la speranza che la partenza del difensore marocchino rappresentasse l'unica cessione eccellente di questa sessione di mercato, ma questa si è dovuta infrangere contro una realtà amara, caratterizzata da una situazione economico-finanziaria ancora complessa per il club, che ha visto nei 130 milioni di euro che dovrebbero arrivare dalla vendita di Big Rom un'ancora di salvezza da non lasciarsi sfuggire.
Chi aveva chiaro il finale della storia fin dall'inizio è una vecchia conoscenza nerazzurra, quell'Eder protagonista nell'Inter prima di transitare allo Jiangsu Suning, altro club di proprietà della famiglia Zhang, il quale aveva messo in guardia i suoi ex tifosi dalle reali intenzioni dei cinesi già nel maggio scorso, quando con una serie di tweet aveva raccontato la situazione vissuta in prima persona al Jiangsu, spiegando come questa si sarebbe replicata anche a Milano. Commentando un titolo della Gazzetta dello Sport sull'arrivo dei soldi per pagare gli stipendi arretrati dei calciatori, Eder aveva scritto: "Spero che i soldi arrivino anche per noi del Suning FC. E spero che all’Inter non succeda come a noi (visto che la proprietà dei club è la stessa), che dopo aver vinto il campionato cinese a dicembre, non siamo stati pagati (8 mensilità intere e le tasse su quelle precedenti). Non ci hanno nemmeno lasciato la possibilità di trovare squadra altrove facendoci perdere così delle opportunità di lavoro. Hanno lasciato a casa più di 50 dipendenti senza i loro soldi e senza spiegazioni . In Europa è più facile voler fare bella figura".
Le difficoltà nel pagare gli stipendi
Una denuncia forte, fortissima, da parte dell'ex attaccante della Nazionale italiana, che aveva posto l'attenzione su uno dei problemi più gravi affrontati dalla società nerazzurra nella scorsa stagione, ovvero il pagamento degli stipendi ai calciatori. Già a gennaio scorso erano arrivate le prime avvisaglie, poiché la proprietà aveva saldato con difficoltà le mensilità relative ai mesi tra luglio e ottobre 2020, per poi ritrovarsi costretta a trovare un accordo con la squadra riguardo il posticipo degli stipendi di novembre e dicembre, rinviati a fine campionato. Con l'andare delle settimane, continuavano ad acuirsi i problemi finanziari del gruppo Suning, non più in grado di sostenere come fatto fino a quel momento i costi di una società come l'Inter.
A maggio, dopo la vittoria dello Scudetto, un altro colpo di scena, con il presidente Steven Zhang recatosi di persona alla Pinetina per chiedere al gruppo squadra, oltre che a dirigenti e dipendenti, il taglio di una o due mensilità e la rinuncia al bonus Scudetto, incassando il rifiuto da parte dei calciatori, che accettano solo il rinvio del pagamento. Sono questi i giorni in cui si comincia a paventare la possibilità di un ridimensionamento anche tecnico, ma i tifosi nerazzurri, ancora inebriati dal ritorno sul tetto d'Italia, non danno troppo peso alle illazioni sulla stagione successiva. Non bisogna attendere molto, però, perché questi siano costretti ad aprire gli occhi.
L'addio di Antonio Conte
È il 26 maggio quando Antonio Conte sceglie di lasciare l'Inter. Per l'ambiente nerazzurro è un colpo durissimo da digerire e, allo stesso tempo, il segnale che la situazione sia definitivamente precipitata. L'allenatore campione d'Italia, infatti, non lascia perché ha ricevuto una proposta migliore, ma perché i programmi prospettatigli dalla società non possono essere accettati. Conte non riesce a immaginare la possibilità di un ridimensionamento che veda i pezzi più pregiati della squadra lasciare la Pinetina e smantellare una squadra che, grazie al suo enorme lavoro biennale, sembra essere in ascesa.
I tifosi nerazzurri comprendono quanto la situazione sia grave, già si comincia a parlare di cessioni eccellenti, ma sembra che la vendita a peso d'oro di un solo calciatore possa bastare per mettere a posto almeno in parte il disastrato bilancio nerazzurro. Ancora una volta, però, Eder riporta su Twitter la sua esperienza allo Jiangsu, prospettando lo stesso finale ai tifosi della Beneamata e spigando chiaramente quale futuro aspetta l'Inter: "Da tifoso, non volevo che succedesse quello che è successo a noi dello Jiangsu. Dopo aver vinto, Steven e suo padre hanno buttato all’aria un grande lavoro fatto da calciatori, staff e dirigenti. E adesso all’inter sta accadendo lo stesso con il grande lavoro fatto dal mister Conte, perché hanno bisogno che rientrino nelle loro tasche 100 milioni. Del calcio e dei dipendenti se ne fregano. Sono otto mesi che non pagano gente che prendeva 800 euro al mese". Sono parole profetiche, visto quello che accadrà di lì a poco.
La cessione di Achraf Hakimi
L'Inter strappa Simone Inzaghi alla Lazio per sostituire Conte e la situazione sembra rasserenarsi un po' con il pagamento degli stipendi arretrati rispettando le scadenze pattuite. Subito dopo, però, arriva la cessione di Hakimi al PSG. Per quanto il marocchino abbia rivestito un ruolo fondamentale nella vittoria dello Scudetto, i tifosi sono disposti ad accettare la partenza di un calciatore che ha vestito la maglia nerazzurra soltanto un anno, considerato fortissimo ma comunque sacrificabile.
Incassati i circa 70 milioni di euro dai francesi, l'ambiente interista è convinto che quella sia l'unica cessione eccellente dell'estate nerazzurra e che con quei soldi la società abbia risolto gran parte dei suoi problemi. In realtà le cose non stanno così. Come insegna Eder, c'è bisogno di 100 milioni, e i dirigenti della Beneamata, inizialmente, sono convinti di riuscire a ottenerli piazzando i vari esuberi che fanno parte della rosa. Le difficoltà nel cedere i vari Radja Nainggolan, Arturo Vidal, Valentino Lazaro, Joao Mario, Ivan Perisic e Alexis Sanchez, però, sono evidenti. Così, arriviamo alla cronaca degli ultimi giorni.
Anche Lukaku è pronto a salutare
Il Chelsea sonda il terreno per riportare a Londra Romelu Lukaku e fa un'offerta all'Inter: 1o0 milioni più il cartellino di Marcos Alonso. La società meneghina rifiuta, ma lascia intendere che non riuscirà a ripetersi di fronte a un rilancio. Il belga, che fino a quel momento era sicuro di restare nonostante le difficoltà, inizia a meditare l'addio. Come l'allenatore che più l'ha valorizzato in assoluto, non è contento di restare a far parte di un progetto ridimensionato e, al contrario di Conte, dall'altra parte ha anche un'offerta allettante sia sul piano economico sia su quello sportivo da parte dei campioni d'Europa.
Da Nanchino arriva l'ordine di accettare il rilancio del Chelsea, che nei prossimi giorni arriverà a offrire circa 130 milioni. I dirigenti e l'allenatore non sono d'accordo, ma la proprietà preferisce incassare subito soldi sicuri, piuttosto che aspettare che arrivino dalle cessioni degli esuberi. Con la cessione di Big Rom i conti saranno finalmente a posto, ma il prezzo da pagare rischia di essere altissimo. Beppe Marotta, Piero Ausilio e Dario Baccin meditano l'addio, i tifosi sono in rivolta perché vedono disattese le promesse fatte a inizio mercato e Simone Inzaghi sarà costretto a iniziare la sua avventura nerazzurra nell'incertezza, senza poter contare su quello che è stato il giocatore più dominante dello scorso campionato. Alla fine, il monito di Eder si è rivelato azzeccato. Ora alla proprietà non resta che limitare i danni, cercando di portare a Milano il miglior sostituto possibile di Lukaku.