Lukaku chiede scusa ma coi tifosi è tregua armata: “Abbiamo deciso di aspettare a intervenire”
Tre gol in Serie A, l'ultimo risale al 10 marzo scorso contro lo Spezia (e nemmeno bastò all'Inter per evitare la sconfitta, 2-1). Due calci di rigore (contro liguri e Udinese), un colpo di testa (al Lecce) che addirittura risale alla prima giornata (13 agosto). È da allora che Romelu Lukaku, a corredo del suo score già esiguo e deludente, non segna su azione. Dell'attaccante devastante con la sua fisicità, del bomber che ripagò la fiducia di Antonio Conte scolpendo con le sue reti (e la partecipazione al gioco) lo scudetto nerazzurro, non è rimasta nemmeno l'ombra.
Lì davanti c'è un vuoto nel quale la squadra di Simone Inzaghi è stata risucchiata perdendo terreno in classifica nella corsa scudetto fino a franare col rischio di scivolare anche fuori dalla zona Champions League. Il pareggio beffa di Salerno (per quel gol di Candreva che è una carezza in un pugno) è l'ennesimo campanello d'allarme e rischiano tutti: a cominciare dall'allenatore (che fuori da quarto posto difficilmente sarà confermato) fino al giocatore di cui, a giudicare dal rendimento, è azzardato ipotizzare un riscatto dal Chelsea.
Il belga ha voluto tornare fermamente a Milano mentre adesso, ironia della sorte, è divenuto un orpello costoso, un lusso che nessuno può (e vuole) permettersi. Senza andare troppo lontano nel tempo bastano le gare con i granata all'Arechi e la Fiorentina a San Siro per tracciare qual è lo stato di disagio della punta e della squadra. Gol incredibile sbagliato a porta vuota contro la Viola, gol sbagliati a pochi passi da Ochoa e risultato che va alla malora di nuovo con l'aggravante della Roma che mette piede tra le prime quattro e scansa l'Inter (adesso quinta).
C'è un'immagine che ha colpito più di tutte venerdì sera. Oltre all'amarezza stampata sui volti dei giocatori interisti, non poteva passare inosservato il gesto di Lukaku. Ha chiesto scusa ai tifosi nerazzurri, s'è diretto a bordo campo, verso il settore occupato dai sostenitori, ha scambiato qualche chiacchiera con loro.
Il senso è molto semplice: s'è detto affranto e dispiaciuto per non essere riuscito fare gol. Lui, "eroe" a Torino per aver trasformato il rigore decisivo per il pari nell'andata della semifinale di Coppa Italia (espulso, salterà il ritorno per squalifica), non la butta dentro nemmeno a porta vuota (o quasi). Qual è stata la reazione della Curva? Più che un calumet della pace il comunicato diffuso è una sorta di tregua armata all'insegna del "ne parliamo più in là".
"Abbiamo apprezzato le scuse di Lukaku – si legge nella nota dei sostenitori nerazzurri –. La prestazione del giocatore è stata positiva, ha peccato di precisione ma il cuore lo ha buttato in campo e questo è quello che conta. A fine partita ha deciso di venire a scusarsi e ha chiesto fiducia. E noi, nonostante siamo molto delusi e arrabbiati, abbiamo deciso di aspettare a intervenire. La partita di Lisbona è alle porte e la Curva Nord vuole fare quello che sa fare meglio: tifare l’Inter con amore incondizionato. Non è questo il tempo del giudizio, ora è tempo di passione".
