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Luis Suarez distrugge il metodo Bielsa nell’Uruguay: “I calciatori stanno per esplodere”

Luis Suarez, dopo l’addio all’Uruguay, ha voluto mettere a nudo quelle che sono a suo dire le criticità della gestione del ct Bielsa, raccontando anche retroscena.
A cura di Marco Beltrami
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Tutti i nodi vengono al pettine. A distanza di un mese dall'addio alla nazionale uruguaiana, Luis Suarez si toglie più di qualche sassolino nei confronti del suo ex ct Marcelo Bielsa. Il Pistolero ha rivelato anche diversi retroscena di un ambiente a suo dire tossico, che potrebbe spingere i calciatori della Celeste ad esplodere nei confronti dell'esperto allenatore.

Luis Suarez all'attacco di Bielsa, cosa accadeva nell'Uruguay

Intervenuto a DS Sports Uruguay, Suarez non è andato decisamente per il sottile. L'esperto centravanti ex di Liverpool e Barcellona in particolare ha voluto fare un passo indietro, tornando alla Coppa America 2024, prima di ritirarsi dalla nazionale: "Ci sono state situazioni che si sono verificate alla Coppa America che mi hanno fatto male vedere, di cui non ho parlato per il bene del gruppo". C'è un fuoco che cova sotto la cenere a suo dire, e che potrebbe innescare una deflagrazione: "Continuerà ad accadere. I giocatori raggiungeranno un limite ed esploderanno. Alla Coppa America, c'erano giocatori che mi dicevano ‘Luis, giocherò la Coppa America e poi non giocherò più'. Questo ti dice che ci stiamo avvicinando a una situazione difficile. Poi te ne rendi conto e torni perché ami il tuo Paese. Amiamo tutti rappresentare il nostro Paese".

Cosa non va nella gestione Bielsa, secondo Suarez

Ma nello specifico, quali sono le cose che non vanno e che potrebbero alimentare ulteriormente il malumore? Suarez ha sottolineato le differenze tra le gestioni precedenti di Óscar Tabárez e Diego Alonso, che hanno creato un clima bellissimo, e quella di Bielsa. A detta dell'attaccante, lo staff tecnico prima amava trascorrere del tempo con i giocatori e lavorare ore extra: "Tutto questo è andato perso". E non manca un esempio: "Durante la mia ultima chiamata alcuni di noi stavano giocando a carte e lo staff di Bielsa camminava intorno e ci lanciava occhiate come se volessero vedere se qualcuno stava giocando a carte. C'erano molte cose che hanno attirato la mia attenzione"

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A detta del calciatore insomma, Bielsa si è sempre dimostrato un muro, con l'inutilità di ogni tentativo di cambiare le cose.: "C'erano molti giocatori che organizzavano un incontro per chiedere all'allenatore di salutarci almeno con un buongiorno. Non ha nemmeno detto ciao. Ho avuto un incontro di cinque minuti con lui come leader della squadra e alla fine ha risposto solo con un ‘grazie mille'".

Gli allenamenti curiosi di Bielsa, e il gruppo scomposto

Giocatori mandati ad allenarsi con le Giovanili, titolari al lavoro separati dai sostituti che spesso sono stati lasciati in hotel. Il resoconto di Suarez è impietoso: "Ci siamo sempre allenati in momenti diversi della giornata. Perché non dovrei voler passare del tempo con Maxi Araújo e Nico de la Cruz, che è un mio caro amico? Volevo allenarmi con Ronald (Araújo) e metterlo alla prova in una sessione di allenamento. L'armonia del gruppo e l'energia positiva, una buona sessione di allenamento, portano a prestazioni forti. Ma quando ti alleni in orari diversi è difficile. Quando sei così lontano dal gruppo… è una cosa importante. Lo rispetti e vai avanti, ma è così che mi sono sentito in quel momento".

Un affondo totale che comprende anche la curiosa richiesta ai giocatori per l'atteggiamento da mantenere con i tifosi. Secondo Luis, un assistente di Bielsa avrebbe chiesto ai giocatori di non fermarsi a salutare i fan: "Mi sono alzato e ho detto all'allenatore che lo rispettavo, ma come capitano e per rispettare e apprezzare i tifosi, cosa che ho sempre fatto, noi giocatori avremmo deciso di fermarci e salutare i tifosi. Abbiamo concordato e siamo scesi dall'autobus, ci siamo divisi e abbiamo trascorso del tempo con i tifosi". 

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