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Lorenzo Pellegrini: “Far ripartire il calcio anche per le famiglie di chi ci lavora”

Lorenzo Pellegrini ha postato il proprio pensiero sui motivi che dovrebbero spingere le istituzioni a fare ripartire il calcio giocato: “Per evitare problemi economici maggiori a tutte le famiglie di chi nel calcio ci lavora”. Con lo stop dello scorso marzo, infatti, oltre ai giocatori e ai club, tutta la filiera calcistica è ferma: “Ripartire sì, ovviamente in condizioni di sicurezza”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il mondo del calcio si domanda ancora se sia il caso di ripartire e, se facendolo, si potrà garantire la sicurezza di chi scenderà in campo, seguendo i protocolli medico sanitari. Una discussione aperta e accesa che sta vedendo le istituzioni sportive aprire al dialogo con quelle politiche. Un confronto ricco di frizioni con gli organi calcistici che hanno già dichiarato apertamente la propria posizione – riapertura – mentre il Governo non rilascia alcun via libera non convinto della bontà dei protocolli presentati.

In mezzo, i club e i giocatori che si dichiarano pronti a tornare almeno ad allenarsi, nel diritto di ogni atleta professionista e nel rispetto della chiusura del lockdown totale che avverrà dal prossimo 4 maggio con diverse attività che ripartono. Ovviamente anche all'interno delle società e dei calciatori c'è qualche voce fuori dal coro per cui non sarebbe opportuno tornare a giocare, ma la maggioranza è pronta ad affrontare il rischio con le dovute cautele.

Il messaggio di Lorenzo Pellegrini

Tra chi in questi giorni si è ‘schierato' dalla parte del ritorno al calcio giocato perché si possa concludere la stagione interrotta a marzo, c'è anche Lorenzo Pellegrini, giovane virgulto del nostro calcio, centrocampista della Roma che ha postato recentemente le proprie ragioni perché far ripartire il movimento sportivo, nella certezza che sia un segnale più che positivo verso la normalità

Non possiamo che augurarci che il campionato, in condizioni di sicurezza, riparta: non solo per ragioni sportive ma anche per evitare conseguenze economiche disastrose per le migliaia di persone che lavorano nel mondo del calcio e per le loro famiglie.

Il calcio come volano di ripartenza

L'obiettivo, dunque, non è meramente egoistico. Pellegrini, così come altri giocatori, tra cui Ciro Immobile, hanno espresso chiaramente le motivazioni che spingerebbero i calciatori ad affrontare anche il rischio di eventuali nuovi contagi scendendo in campo: fare ripartire un movimento che dia aiuto a tutta la filiera calcistica e non solo alle famiglie dei giocatori che, in generale in Serie A, possono contare su stipendi importanti.

Ridare lavoro a tutti coloro che vivono nel mondo del calcio

Il pensiero passa a tutto l'indotto che il ritorno del calcio comporta: testate giornalistiche sportive, televisioni, sponsor, magazzinieri, dipendenti delle società, collaboratori, fisioterapisti e staff tecnici. Tutti al momento fermi e senza stipendio, sul bordo di una crisi economica ancora più grave.

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