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“Luca è come un fratello”, il sogno Azzurro di Mancini e Vialli passa per la Spagna

Lo stadio di Wembley evoca ricordi speciali a Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Il ciclo della storia li vede ancora l’uno accanto all’altro, ancora in quella cornice suggestiva che martedì sera li vede di nuovo protagonisti in un match importante: l’Italia affronta la Spagna nella semifinale degli Europei. “Luca ed io siamo cresciuti insieme. Tra di noi c’è un rapporto che va oltre l’amicizia.
A cura di Maurizio De Santis
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"Come un fratello". È così che Roberto Mancini parla di Gianluca Vialli alla vigilia della sfida contro la Spagna. L'Italia si gioca tutto nella semifinale che le può spalancare nuovamente le porte dello stadio di Wembley. Per Luca e ‘Bobby gol' è una sorta di déjà vu: a Londra, 29 anni fa, persero contro il Barcellona in finale di Coppa dei Campioni. A condannare la Samp fu un gol di Ronald Koeman. Il ciclo della storia li vede ancora l'uno accanto all'altro, ancora in quella cornice suggestiva, con lo stesso rituale, pronti a stringersi a coorte nel match che ha un valore particolare non solo in virtù della profonda amicizia che li lega (l'abbraccio e l'esultanza reciproca nelle precedenti gare sono iconici) ma anche per tutto ciò che hanno rappresentato i match con le Furie Rosse i questi anni.

Luca ed io siamo cresciuti insieme – ha ammesso Mancini in conferenza stampa -. Tra di noi c'è un rapporto che va oltre l'amicizia. È come avere un fratello qui, accade con tutti quelli che hanno giocato in quella Sampdoria. Luca è anche un po' anziano, lo ascoltiamo volentieri quando parla…

È contro gli iberici che nella finale del 2012 l'Italia di Prandelli conobbe una sconfitta pesante. È sempre contro gli spagnoli che quattro anni prima si fermò l'avventura tricolore (ai calci di rigore). La vittoria del 2016 ha solo lenito parte delle ferite che ancora bruciano. Martedì sera c'è l'occasione per lasciare ogni cosa alle spalle e guadagnare la finale. Non sarà facile, dice Mancini ma non è una frase fatta e spiega perché.

La Spagna gioca palla a terra da sempre e sono più avanti di noi su questo – ha aggiunto il ct della Nazionale -. È guidata da un tecnico molto bravo (Luis Enrique, ndr) che ha vinto Coppe dei Campioni col Barcellona ma non solo… Anche a Roma ha fatto un bel gioco e questo dimostra le sue capacità oltre i risultati. Sarà una gara diversa rispetto al Belgio. Con l'Austria è stata difficile perché era la prima sfida a eliminazione diretta e loro hanno affrontato l'incontro con grande aggressività.

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Emerson Palmieri è il calciatore candidato a prendere il posto di Leonardo Spinazzola, infortunatosi contro il Belgio. Operato per la rottura sottocutanea del tendine d'Achille della gamba sinistra, il difensore della Roma avrà bisogno di sei, anche sette mesi per recuperare.

Ci dispiace per Leonardo ma siamo contenti che l'operazione sia andata bene. Emerson è comunque un grande giocatore anche se diverso da Spinazzola.

Ultima riflessione dedicata all'ambiente che attenderà le nazionali nello stadio londinese. Se la Spagna ha avviato una singolare campagna di ‘amicizia' con i tifosi inglesi per avere il maggior supporto possibile, Mancini non può fare a meno di commentare l'impossibilità di avere a Wembley un maggior numero di sostenitori Azzurri.

È chiaro sia meglio giocare davanti al pubblico che davanti a poche persone – ha concluso -. Ma credo sia ingiusto che non ci siano metà italiani e metà spagnoli.

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