Lotito per strigliare la Lazio mortifica la Salernitana: “Abbiamo perso una gara undici contro uno”
Acque molto agitate alla Lazio, dopo la sconfitta di sabato scorso in casa della Salernitana. La squadra biancoceleste adesso è undicesima in classifica, avendo perso addirittura 6 partite delle prime 13 giocate in campionato. Un inizio di stagione disastroso – dopo lo splendido secondo posto dell'anno scorso – appena mitigato dal percorso positivo nel girone di Champions, dove Immobile e compagni sono ben messi per la qualificazione agli ottavi. L'aria che tira a Formello è frizzantina: Maurizio Sarri non è più tanto saldo al timone, Claudio Lotito tuona e minaccia provvedimenti clamorosi.
Difficile che salti il tecnico, visto che poi bisognerebbe continuare a versargli il robusto ingaggio di 10 milioni lordi fino al 2025 (anche se sullo sfondo c'è la sagoma di Tudor). Ugualmente poco probabile che sia Sarri a dimettersi, nonostante le frasi pronunciate dopo la sconfitta di Salerno. "Ci sono troppi giocatori che non stanno rendendo come l'anno scorso, quindi o è colpa mia oppure abbiamo perso quella mentalità che avevamo, di grande umiltà – aveva detto il 64enne toscano – Se la Lazio gioca così, finirà a metà classifica. Se fossi sicuro che la colpa è mia, andrei via. Nei prossimi giorni farò una valutazione e se capirò che è colpa mia, allora trarrò le conseguenze e dirò al presidente che deve cambiare. Per il momento però non ci sono arrivato".
Poi Sarri aveva invitato Lotito a fare qualcosa, usando mano non certo leggera: "Se fossi il presidente, in questo momento interverrei in maniera pesante. Non sono un fautore dei ritiri però qualcosa che rompa l'inerzia cercherei di farla. Non so cosa, ma bisogna fare qualcosa".
Idea condivisa da Lotito, visto il suo sfogo del giorno dopo – con annesse minacce – riportato da Il Messaggero: "Abbiamo perso una partita undici contro uno (si riferisce all'ex laziale Candreva, autore del gol vittoria della Salernitana, ndr) e non si può continuare così. Serve una svolta subito o salteranno delle teste molto presto. Io sto in Molise per un convegno, ma ho dato le indicazioni a Fabiani, che sa cosa fare e ha carta bianca su tutto".
Il Ds non se lo è fatto dire due volte e ha eseguito la strigliata commissionatagli dal presidente. Ieri mattina alle 11, dunque, Fabiani ha chiuso squadra e allenatore in spogliatoio a Formello e ci è andato giù durissimo: "Abbiamo perso contro l'ultima in classifica. Ora basta. Se qualcuno pensa che l'allenatore venga sollevato dall'incarico si sbaglia, la melma la mangiamo tutti insieme. Me compreso".
Il messaggio è chiaro: gli alibi stanno a zero, come le chiacchiere. Le due partite con Celtic e Cagliari sono da non fallire, a tutti i costi. Altrimenti davvero non si può escludere niente in casa Lazio.