L’orgoglio di Spalletti, guarda dritto negli occhi: “I miei sono tutti meglio di Ochoa”
Tanto si preparò la festa che alla fine una città pronta a esplodere rimise nel cassetto bandiere e trombette: per il suo terzo Scudetto il Napoli deve aspettare ancora qualche giorno, mercoledì qualora la Lazio non batta il Sassuolo o al massimo giovedì. Un solo punto, tanto manca alla matematica certezza per gli azzurri, fermati ieri dalla Salernitana quando tutto sembrava apparecchiato per giri di campo e caroselli. I granata si sono difesi strenuamente al Maradona, trovando in Guillermo ‘Memo' Ochoa uno straordinario baluardo. E proprio il 37enne portiere messicano è stato oggetto di una battuta intrisa d'orgoglio di Luciano Spalletti a fine partita.
Il tecnico toscano è deluso come tutti i suoi ragazzi per non aver permesso ai propri tifosi di festeggiare in casa, ma la vede anche da un altro punto di vista: "Diventa un dilazionamento del godimento, ci si sta di più. È un po' come quando si dà baci, più ci sta meglio è".
È una conferenza stampa serena quella di Spalletti – e del resto con ben 18 punti di vantaggio sulla seconda e un campionato già destinato a restare negli annali della Serie A sarebbe assurdo il contrario – ma l'ultima domanda gli offre la possibilità di piazzare un paio battute sugli avversari di giornata, quella Salernitana che sia in spogliatoio che poi al ritorno in città ha festeggiato l'1-1 col Napoli come se si fosse vinto un trofeo.
"Cosa pensa di Paulo Sousa e di Ochoa?", gli chiede un giornalista, e l'elogio del tecnico portoghese – espulso per proteste nel concitato finale – diventa lo spunto per una considerazione sul comportamento delle panchine avversarie al Maradona: "Di Sousa ne parlo volentieri perché è un allenatore capace, una persona che lavora in maniera molto professionale. Lo conosco da tempo, in che modo fa questo lavoro e poi ora è un allenatore che ha esperienza e fa anche il giusto casino in panchina… Mi viene da ridere, perché è tutto l'anno che quelli della mia panchina li obbligo, li minaccio: ‘Se fate confusione, se fate confusione…'. Tutti zitti, tutti fermi, tutti buoni. Chiunque venga a giocare qui, tutti in campo, tutti un casino ogni fallo, tutto un vocio, fallo non fallo… Noi grandi regali non se n'è ricevuti mai, per cui quasi quasi mi verrebbe voglia di dirgli: ‘Facciamo come facevamo prima che arrivassi…'. Perché lo fanno gli altri, per cui… Il direttore di gara oggi ha arbitrato in maniera corretta, secondo me non c'era bisogno di fare tutto quel casino che è stato fatto".
"E Ochoa?", gli ricorda il giornalista. Spalletti piazza il colpo di orgoglio: "No, io parlo dei miei calciatori, se mi permette. I miei sono tutti meglio di Ochoa", gli risponde fissandolo negli occhi con un sorriso. La conferenza finisce così, appuntamento a Udine.