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Lorenzo Spagnoli, dal Cervia di ‘Campioni’ a un gol segnato con la Juventus

Lorenzo Spagnoli fu uno dei tre storici vincitori della prima edizione (2004) di ‘Campioni – Il Sogno’, reality show sul mondo del calcio. Si guadagnò un mese di allenamenti con la Juventus di Capello. In squadra c’erano Ibra, Thuram, Mutu, Buffon. Tirò e segnò anche su rigore. Oggi è il proprietario dell’Imolese in Serie C.
A cura di Alessio Pediglieri
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Una storia incredibile per un giovane che si avvicina al grande sogno, lo accarezza e poi prova a rimanerci attaccato con la passione e la voglia di fare. E' la storia di Lorenzo Spagnoli che nel mondo del calcio ci è entrato dalla porta di servizio, attraverso un reality show televisivo, ‘Campioni' e che ha toccato il cielo con un dito vivendo la sua più grande avventura nella Juventus di Fabio Capello. E che oggi, nel mondo del calcio ci vive ancora, come dirigente stimato e affermato nell'Imolese. club in cui è anche proprietario e presidente.

Lorenzo Spagnoli faceva parte di quella ‘banda' di ragazzi che in "Campioni il Sogno" si sfidavano per entrare nel calcio che conta, giocando nel Cervia, in una trasmissione sportiva che aveva acceso attorno a loro i riflettori, per poi spegnerli – in gran parte – una volta conclusasi. Per Spagnoli no, per lui il sogno continuò anche qualche tempo dopo. Era il 2004 e Lorenzo era un giovanotto in erba, classe 87: "Un esperienza che mi ha formato, mi ha fatto crescere e conoscere tante persone della Serie A, del  mondo del calcio e del marketing".

In quella prima storica edizione, Lorenzo Spagnoli fu tra i tre vincitori del reality e si guadagnò un mese di allenamenti con la Juventus. Con Fabio Capello come allenatore e in spogliatoio totem dal carisma di Ibrahimovic, Buffon, Thuram, Mutu. Una straordinaria avventura che oggi Spagnoli ricorda con intensità: "Mi consideravano uno di loro, non mi sono mai sentito fuori posto. Mi consigliavano e quando mi sono procurato un rigore mi hanno spinto a calciarlo. Pazzesco!".

Spagnoli dopotutto era tra i più tecnici di quel Cervia: sapeva calciare le punizioni, non sbagliava i rigori, aveva visione tattica e tutto ciò gli permise di cullare la possibilità di cimentarsi nel calcio che conta. E anche di segnare dal dischetto, in occasione di un'amichevole estiva: "Mi si avvicina a Mutu e mi dice di tirarlo. Io dico ‘no, no'. Poi anche Thuram insiste, a quel punto non potevo tirarmi indietro".

Ma in quella Juventus schiacciasassi, tra Trezeguet e Cannavaro, non ci sarebbe mai potuto essere spazio per il ragazzino di turno tanto che lo stesso Spagnoli ricorderà più avanti, il ritiro in bianconero come un film: "Non c'era possibilità di emergere anche se tutti mi davano una mano. Era un gruppo pazzesco, praticavano un altro sport: veloci, forti, di qualità assoluta come campioni e uomini, Dopo di loro non c'era nessuno e come poteva esserci se in campo c'era uno come Ibra?".

E proprio su Ibra ricorda uno degli aneddoti che hanno fatto storia: "In una partitella Zlatan prende palla, scarta tutti mette a sedere Buffon e segna. Io, in campo, esulto come un tifoso. Perché tale ero, in rappresentanza di tutti gli appassionati di gran calcio, un privilegiato. Era come vivere un film".

Oggi Lorenzo Spagnoli a 33 anni è uno dei dirigenti più giovani del calcio italiano. Dirige l'Imolese Calcio 1919 una piccola società di Serie C, di cui è anche presidente. Alcuni contatti dell'epoca di ‘Campioni' gli sono serviti per mantenere buoni rapporti all'interno del sistema e a coltivare il proprio sogno che è rimasto con il pallone tra i piedi. Anche se adesso, invece di corrergli dietro, sceglie chi far correre nella propria squadra.

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