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Lorenzo Insigne ad Ancelotti: “Onorato di aver lavorato con te, sei una persona speciale”

Lorenzo Insigne ha dedicato al tecnico esonerato, Carlo Ancelotti, un bel messaggio di addio. Lo ha fatto pubblicando post su Instagram a corredo di una foto nella quale abbraccia l’ex allenatore dopo un gol: “Grazie Mister è stato un onore aver lavorato con te e il tuo staff. In questi due anni ho conosciuto una persona speciale. Ti auguro il meglio!”.
A cura di Maurizio De Santis
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Grazie Mister è stato un onore aver lavorato con te e il tuo staff. In questi due anni ho conosciuto una persona speciale. Ti auguro il meglio!

Lorenzo Insigne saluta così Carlo Ancelotti, esonerato ieri. Pubblica un post su Instagram a corredo di una foto nella quale abbraccia l'ex allenatore dopo un gol. Una scena di esultanza che poche volte s'è vista quest'anno, in una stagione iniziata con auspici differenti e terminata in malo modo. Tre gol in Serie A per il capitano, tutti nelle prime partite del campionato: 2 alla Fiorentina al debutto (nel rocambolesco 4-3 al Franchi), 1 al Lecce (su rigore, nel 4-1 ottenuto dagli azzurri in Puglia), appena 5 gli assist per un totale di 14 match giocati.

Poco per un calciatore che con la maglia del club non è mai riuscito a essere ‘magnifico' in questo ultimo anno e mezzo, da quando il tecnico di Reggiolo è arrivato in panchina. L'abito tattico che gli era stato cucito addosso da Maurizio Sarri era perfetto ma quello era un altro Napoli, un'altra epoca. Insigne, la squadra e lo stesso allenatore ne hanno pagato lo scotto.

Ricordate la gag della battuta in ritiro? Ancelotti si presentò come un semplice tifoso che faceva domande confuso tra il pubblico. Insigne, che aveva la luce dei riflettori negli occhi, non lo aveva riconosciuto. "Come mai in Nazionale giochi meglio che nel Napoli?", gli disse camuffando la voce Carlo da Reggiolo. Finì tra le risate dei protagonisti e del pubblico ma quel siparietto è emblematico di come la vicenda Insigne sia quell'equivoco mai risolto (e a livello tattico e a livello di mercato) sul quale s'è andata a incagliare l'esperienza dell'allenatore. La società non è riuscita a venderlo perché mai le è arrivata un'offerta abbastanza congrua da lasciarlo andare. Il tecnico non è mai riuscito a inquadrarlo (ma non è l'unico caso) nei suoi schemi

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