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L’omofobia di Gueye è un caso di Stato, il presidente del Senegal: “Rispettate la sua religione”

Il presidente della Repubblica del Senegal ha dichiarato pubblicamente il proprio sostegno a Idrissa Gueye, il giocatore del PSG che sabato scorso si era rifiutato di indossare la maglietta di sostegno alla comunità LGBT. La questione viene sollevata dal piano delle convinzioni individuali a quello religioso: per l’Islam l’omosessualità va perseguita, fino ad arrivare in alcuni Stati del mondo alla pena di morte.
A cura di Paolo Fiorenza
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Oggi, 17 maggio, in più di 130 Paesi del mondo si è celebrata la giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. La scelta di questa data non è casuale, visto che in questo stesso giorno del 1990 l'Organizzazione mondiale della Sanità cancellava l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Era appena 32 anni fa, sembra passata – fortunatamente – un'era geologica. Ma già il fatto che la ricorrenza simbolica non unisca tutto il mondo fa capire come la strada per vedere riconosciuto ovunque il diritto a vivere liberamente la propria sessualità sia ancora lunga da percorrere.

Idrissa Gueye è al PSG dal 2019
Idrissa Gueye è al PSG dal 2019

Idrissa Gueye è senegalese e il suo Paese non è tra quelli che oggi sostengono la comunità LGBT, anzi tutt'altro. Il centrocampista del PSG è finito nelle ultime ore al centro delle polemiche in Francia, per essersi rifiutato di indossare – in occasione del match giocato sabato scorso da Messi e compagni a Montpellier – la maglietta recante il suo numero stampato con i colori dell'arcobaleno a supporto della lotta contro l'omofobia. Gueye, che pure era partito con la squadra, ha girato i tacchi e se n'è andato. "Ha dovuto lasciare la squadra per motivi personali, ma non è infortunato", ha poi spiegato Pochettino. Il motivo del forfait del 32enne di Dakar è emerso nelle ore successive, assieme alla ‘coincidenza' della sua assenza anche nel turno di campionato dell'anno scorso dedicato alla solidarietà per il mondo LGBT.

Gueye insomma non vuole condividere alcuna condanna per chi discrimina, abusa, bullizza gli omosessuali e più in generale le persone in base al proprio orientamento sessuale. Quale retroterra culturale di secoli ci sia dietro la sua posizione lo spiega meglio di qualsiasi sua dichiarazione il tweet fatto nella giornata di oggi dal presidente della Repubblica del Senegal, Macky Sall, che ha preso le difese del giocatore della Nazionale: "Sostengo Idrissa Gana Gueye. Le sue convinzioni religiose devono essere rispettate".

Il riferimento alla religione sposta la questione ad un piano più alto delle singole convinzioni di un individuo: la religione islamica è alla base della persecuzione degli omosessuali in molti Paesi del mondo, arrivando anche alla condanna a morte in alcuni Stati. In Senegal non è prevista la pena capitale, ma il clima è comunque di massima oppressione e va peggiorando, visto che nello scorso dicembre è stato presentato un disegno di legge con lo scopo di inasprire le pene "contro chi sia stato riconosciuto colpevole di atti spudorati o contro natura con individui dello stesso sesso", portando la durata massima del carcere a 10 anni. Dietro il rifiuto di Gueye di indossare una maglietta c'è tanto altro.

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