L’oltraggio di Florentino Perez al PSG: vino dozzinale al pranzo prepartita, tanto valgono
Da tanto più alto cadi, tanto più fragoroso sarà il tonfo. E l'altezza da cui è crollato il PSG al Santiago Bernabeu è quella che si può facilmente intuire quando hai in squadra Messi, Neymar e Mbappé, per tacere di tutte le altre stelle che gonfiano la rosa della squadra di Pochettino. È l'altezza di chi dal 2011 ha speso quasi un miliardo e mezzo di euro per comprare giocatori, pensando che in questo modo potesse comprare anche trofei. Più precisamente, ‘il' trofeo: la Champions League.
Ancora una volta la squadra dello sceicco Al Thani ha dimostrato che esistono cose che non si possono acquistare al mercato, cose che vanno al di là del mettere assieme calciatori come figurine. Storia, tradizione, capacità di respirare a pieni polmoni quando l'aria si fa rarefatta, perché si è abituati a quelle altezze. Quale sia la differenza tra Real Madrid e PSG lo hanno spiegato bene i tifosi merengues mercoledì sera, esponendo uno striscione che dice tutto: "Somos los reyes de Europa". Nient'altro da aggiungere, come ha twittato il Real a corredo dell'immagine della sua curva.
Il Real Madrid è il club che ha vinto più Coppe dei Campioni/Champions League nella storia del calcio, sono 13, al secondo posto c'è il Milan a quota 7, il PSG è a zero e tale resterà. La rabbia del presidente Al-Khelaifi e del DS Leonardo, esplosi nel ventre del Bernabeu contro l'arbitro per il contatto tra Donnarumma e Benzema non sanzionato, non cambierà l'esito della sfida degli ottavi ed avrà come unica conseguenza la probabile squalifica dei due da parte dell'UEFA.
In Francia sono già partiti i processi, dilagano le voci più disparate su Messi via a fine anno, sulla rabbia dello sceicco verso un Neymar mai decisivo al momento del dunque, su un Mbappé ormai già lontano da Parigi, avendo in tasca il contratto proprio col Real. E poi le presunte faide di spogliatoio, con Gigio Donnarumma finito sul banco degli imputati e Keylor Navas a ridacchiare di sottecchi. E ancora, Pochettino morto che cammina, con Zidane virtualmente già seduto sulla panchina che ha prenotato fin da quando l'estate scorsa ha lasciato Madrid.
Un bel sabba infernale, cui fa da contraltare la gioia del Real. Tra le cose che non si possono comprare c'è anche la goduria con cui Florentino Perez si è preso la rivincita sul campo nei confronti del club che ha guidato il fronte anti Superlega al fianco di Ceferin. Una rivincita che era stata preceduta – svela Repubblica – dal gesto fatto dal presidentissimo madridista nell'abituale pranzo prepartita che aveva visto i dirigenti dei due club seduti allo stesso tavolo, quello del famoso ristorante Zalacaín a Madrid, il primo locale spagnolo a ricevere nel 1987 il massimo riconoscimento della Guida Michelin, le tre stelle.
La pandemia lo aveva costretto a chiudere, ma adesso ha riaperto in grande stile ed è stato scelto da Florentino per ricevere Al-Khelaifi, Leonardo e compagnia. Ebbene, nel corso del pranzo il numero uno del Real ha fatto servire due bottiglie di vino da 9 euro l'una, che peraltro Al-Khelaifi non ha toccato, essendo musulmano. Evidentemente i suoi commensali e tutto il PSG tanto valevano agli occhi di Perez.