L’Olanda batte 3-2 l’Ucraina e aggancia l’Austria in vetta al Girone C degli Europei
Olanda bella a vedersi, soffre e rischia di restare a bocca asciutta ma trova il guizzo decisivo nel finale. Ad Amsterdam ci pensa Dumfries (che si fa anche perdonare un paio di occasioni fallite) a scacciare i cattivi pensieri e a mettere tulipani nei cannoni dell'Ucraina. Finisce 3-2 per gli ‘arancioni' dopo cinque minuti di recupero a margine di un match che sembrava vinto poi sprecato e addirittura col rischio di subire la beffa clamorosa. Successo meritato, alla luce di quanto mostrato, e aggancio all'Austria in testa al Girone C degli Europei. Un gruppo sul quale sono puntati anche i riflettori degli Azzurri che, in caso di passaggio agli ottavi da primi, affronteranno negli ottavi a Londra proprio una delle formazioni in lizza.
La sfida di accende nella ripresa, non che nel primo tempo siamo mancate le emozioni. Sono mancati i gol a corredo di azioni pericolose e di una trama a braccio, del monologo recitato dall'Olanda. È in quella porzione di match che si sblocca l'equilibrio e si concentrano ben cinque reti. È la squadra di Frank de Boer ad avere qualcosa in più che non sia (solo) l'orgoglio. È sempre l'Olanda che tiene in pugno le redini della gara e avanza come un moto perpetuo intorno a de Jong: quando sale di giri, accende la manovra, disegna traiettorie, detta il ritmo e sa quando deve affondare il passaggio, la giocata, il colpo. In dieci minuti Depay (a bocca asciutta), Dumfries, Weghorst e Wijnaldum mettono alle corde l'Ucraina.
L'Olanda, che vinceva 2-0 e aveva il match in pugno rischia di rovinare tutto. Uno-due micidiale in cinque minuti dal 74° al 79°: l'Ucraina trova un pareggio (2-2) che ribalta il copione del match e mette in tasca un punto che vale come una vittoria. È fatta? No. Ci crede e ci prova ma deve fare i conti con le maggiori risorse di un avversario che quando attacca in velocità e in verticale diventa imprendibile per la difesa – tutt'altro che impenetrabile – avversaria.
Eppure era la rimonta era riuscita. Succede tutto nella fase più calda dell'incontro, quando la nazionale degli ex milanisti Shevchenko e Tassotti è costretta ad aprirsi, a fare gioco, a innescare la qualità e le armi migliori di calciatori come Yarmolenko (autore del 2-1 che dà la scossa anche per la precisione della prodezza balistica), Yaremchuk e Malinovskyi. Ma il 2-2, per quanto legittimo, sarebbe stato ingiusto. Basta dare un'occhiata ai dati dell'incontro: possesso palla a favore dell'Olanda (62%), 15 tiri in porta a 7, 5 grandi occasioni da rete mancata rispetto a 1, una precisione nei passaggi (661 vs 413) pari al 90%. Come giocare col telecomando.