Locatelli ci mette la faccia e va in tv: “Rigore, errore mio”. Poi spiega il male della Juve
Manuel Locatelli ci mette la faccia e va in tv. La sconfitta della Juventus contro il Milan in Supercoppa italiana nasce (anche) dall'intervento avventato, irruente commesso ai danni di Pulisic in quel fazzoletto d'area di rigore nella quale l'avversario (lontano dalla porta e con la traiettoria chiusa) nulla avrebbe potuto se non abbozzare un semplice controllo del pallone. E invece ne ha ricavato il massimo risultato col minimo sforzo, complice l'eccessiva foga del bianconero. "Ho sbagliato, il mio errore è stato determinante – ha ammesso il centrocampista in tv a Mediaset -. Purtroppo non ho visto arrivare Pulisic… poi c'è mancata la forza di reagire al gol subito. È stata una partita buttata via".
Il pareggio insperato ha permesso alla squadra rimescolata da Conceiçao di rialzare la testa e, al netto anche di una Juve depauperata in avanti dalle sostituzioni di Thiago Motta, ribaltare il match sia pure in maniera fortunosa. Locatelli fa quadrato intorno all'allenatore e, a proposito delle sostituzioni, taglia corto. "Non credo abbiano inciso sul risultato. Abbiamo commesso degli errori… io per primo ed è questo quello che posso dire analizzando come sono andate le cose in campo. Il resto siete voi a doverlo analizzare".
Fiorentina ma anche Venezia, Lecce e in altre occasioni tra campionato e coppe, il male della Juventus è sempre lo stesso: non solo non riesce a chiudere le partite ma, cosa peggiore, non riesce nemmeno a controllarle nel migliore dei modi. Le sfuggono di mano, ha un blackout improvviso. E rischia di compromettere tutto come accaduto anche nella sfida contro i rossoneri in Arabia Saudita. Perché e cosa succede? Difficile trovare una risposta plausibile, che sia esaustiva abbastanza da avere insita anche una soluzione. Locatelli prova a spiegare qual è il male della squadra che perde occasioni, terreno… lascia per strada punti e match pesanti.
"Ci serve un salto di qualità quanto a mentalità così da diventare una squadra vincente – ha aggiunto il centrocampista, che scende nel dettaglio della disamina -. In campionato abbiamo buttato via punti perché non abbiamo la capacità di gestire le partite e di cercare il secondo gol. Non siamo maturi, questa situazione fa parte di un percorso di crescita che comporta tempo tempo ma alla Juventus questo tempo non c'è…".
Migliorare è la parola d'ordine così come la vittoria non è un'ossessione (come detto da Motta alla vigilia della partita) e ancora poca maturità: cose che non sono da Juve.