Lo striscione “Stop guerra” a Napoli imbarazza l’Uefa: la regia taglia le immagini in TV
Lo striscione della vergogna e il taglio della sequenza televisiva. Il bello e il brutto della diretta di Napoli-Barcellona è fuori e dentro il "Maradona". All'esterno, in seguito ai controlli, è stato sequestrato il messaggio di pace scritto dai tifosi su un lenzuolo: "no alla guerra", avrebbero voluto esporlo in occasione del match di Europa League, sono stati costretti a posarlo all'ingresso. La policy della Uefa è questa, come chiarito nell'articolo 44 indicato in Safety and Security Regulations: "La promozione o l'annuncio, con qualsiasi mezzo, di messaggi politici o di qualsiasi altra azione politica all'interno o nelle immediate vicinanze dello stadio è severamente vietato prima, durante e dopo la partita".
Perché alle due squadre, invece, non è stato impedito di esporre un altro striscione che recava lo stesso contenuto ma scritto in inglese? "Stop war", fermate la guerra, è il testo dietro il quale si sono ritrovati tutti i calciatori come concordato da entrambe le società un paio di ore prima della partita per "sfruttare la grande visibilità di questa occasione", le parole di Alessandro Formisano (direttore dell'area marketing degli azzurri) in un tweet. Un gesto emozionante che ha suscitato grande condivisione sui social network ma che sul piccolo schermo non s'è visto.
Cosa è successo? La produzione della Federazione continentale, responsabile delle immagini mandate in onda durante la serata di Coppa, ha deciso di non mostrare la sequenza frontale e in primo piano di quel momento ma staccare la ripresa sulla visione panoramica del "Maradona" da una Curva. S'è intravisto qualcosa poco dopo il "rompete le righe", quando i giocatori stavano per deporre lo striscione ma nient'altro. Può essere stata una casualità oppure un errore della regia? Si è pensato anche a questo ma quell'episodio ha lasciato molto perplessi.
Una decisione che ha sorpreso alla luce della presa di posizione molto ferma assunta dalla stessa Uefa sulla crisi in Ucraina e sulla guerra scatenata dalla Russia: da Nyon è arrivato un segnale molto forte con la scelta di cancellare San Pietroburgo come sede della prossima finale di Champions (28 maggio) e portare l'evento a Parigi. "La Uefa condivide la seria preoccupazione della comunità internazionale per lo sviluppo della situazione della sicurezza in Europa e condanna fermamente l'attuale invasione militare russa dell'Ucraina", ha scritto in un comunicato ufficiale. Peccato, però, non abbia fatto un'eccezione per quel messaggio di pace oscurato dalla regia.