Lo strano mercato del Parma: 22 acquisti in 5 mesi per stare a metà classifica in Serie B
Il campionato di Serie B del Parma era iniziato sotto ben altri auspici rispetto alla piega che ha preso la stagione. L'obiettivo era (ed è tutt'ora nonostante il gap in classifica) lottare per la promozione in Serie A, un ritorno atteso in quella porzione di provincia emiliana passata dall'esaltazione per i successi della grande squadra sotto l'egida dell'ex presidente Calisto Tanzi fino al fallimento, alla rinascita e al nuovo progetto Kraus. Si spiega anche così quel che nell'estate scorsa venne definito un mercato esagerato considerata la mole degli acquisti (ben 14), alcuni anche di rilievo (è il caso di Buffon e Tutino), e oggi – a chiusura della sessione invernale di gennaio – ha portato in totale a 22 le operazioni concluse.
Il cerino resta in mano al tecnico, Giuseppe Iachini, ingaggiato a novembre scorso al posto di Enzo Maresca: toccherà all'ex allenatore centrocampista e allenatore della Fiorentina dare la sterzata tanto attesa al torneo. Finora il trend di rendimento è stato tutt'altro che entusiasmante: 7 gare, 1 quanto a media punti, lievemente inferiore rispetto allo stesso Maresca (1.21, articolata su 14 incontri). La guida tecnica è una delle note dolenti, nel giro di un paio di anni sulla panchina dei ducali si sono avvicendati altri due allenatori: Fabio Liverani (18 gare, 1 in media punti) e Roberto D'Aversa (23 match, 0.35 media punti).
Nessuno finora è riuscito a incastrare tutti i pezzi del mosaico nella maniera giusta. Sarà perché il numero delle tessere è anche tale e (e forze male assortito) da rendere difficile quel che in gergo calcistico viene chiamata la "giusta amalgama" tra giocatori più esperti e i giovani che possono costituire un caposaldo per il futuro. A gennaio ne sono arrivati degli altri ma senza follie economiche (si tratta dei prestiti di Cassata, Costa, Oosterwolde, Simy, Quinn e Cassata o di operazioni a costo zero come Pandev e Rispoli) al netto di partenze che hanno sollevato qualche perplessità (Sepe alla Salernitana e Mihaila all’Atalanta). Proprio la cessione dell'esterno d'attacco rumeno alla ‘dea' e l'ingaggio del macedone sono l'esempio più tangibile della strana strategia dei gialloblù: avrebbero dovuto puntare sul talento della linea verde, si ritrovano in rosa pedine dal passato illustre ma attempate.
La ragione di questa inversione di rotta improvvisa è forse questa: il tentativo di fare all-in per rimontare lo svantaggio in classifica che è abissale rispetto alle posizioni di vertice (le prime 2 promosse direttamente in A, compresa la terza solo se ha un vantaggio di 14 punti rispetto alla quarta). Con il Parma fermo a quota 24 Lecce, Pisa e Brescia sembrano distanti anni luce. La zona playoff, invece, è ancora possibile in virtù del -8 dall'Ascoli, ultima formazione del gruppo attualmente inserito nello lotto per gli spareggi.
La finestra di gennaio non ha risolto tutti i dubbi anzi ne ha alimentati di ulteriori in riferimento sia alle situazioni spinose (come Laurini e Sprocati oppure Man e l’ex capitano Iacoponi) sia rispetto a ciò che serviva davvero: Iachini aspettava un difensore e un centrocampista che avessero un certo profilo per sistemare la squadra e adesso deve fare i conti con un reparto offensivo che ha ben 7 attaccanti. Troppi per il suo 3-5-2. Troppi anche in virtù dei 14 acquisti che avevano reso scoppiettante l'estate scorsa (Traore, Danilo, Bonny, Delirato, Coulibaly, Cobbaut, Correia, Tutino, Schiattarella, Bernabé, Iacoponi, Vazquez, Benedyczak, Juric, Buffon) ma non ripagati dai risultati del campo.