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Lo Shakthar è il nuovo Helsingborg: l’Inter ora è obbligata a vincere lo Scudetto

L’Inter è fuori dalla Champions League ai gironi per il terzo anno consecutivo e per la prima volta nella sua storia ha chiuso il gruppo all’ultimo posto. La gara contro lo Shakthar Donetsk è la ‘nuova Helsingborg’ per il club nerazzurro, che per rimediare a questa disfatta tecnica ed economica è obbligato a vincere lo Scudetto.
A cura di Vito Lamorte
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Per la prima volta nella sua storia in Champions League l’Inter finisce ultima nel girone. Per il terzo anno consecutivo la corsa nella massima competizione europea del club nerazzurro viene interrotta dopo la prima fase ma se in due anni precedenti era arrivata la retrocessione in Europa League, in questo caso la squadra di Antonio Conte ha chiuso il suo gruppo all’ultimo posto. Se non è un disastro, ci manca poco. L’Inter raccolto 6 punti in 6 partite del gruppo B, frutto di una sola vittoria, tre pareggi e due sconfitte; con 7 gol fatti e 9 subiti. Se l’anno scorso c’era l’alibi della rosa carente in occasione della gara decisiva contro il Barcellona, presentatosi a Milano imbottito di riserve; quest’anno questa scusa non regge e non reggono nemmeno gli alibi sugli episodi invocati dal tecnico nel post-gara. Andando ancora a ritroso, ben diversa la situazione di Luciano Spalletti che, però, uscì anche lui al primo turno a causa di una mancata vittoria casalinga all’ultimo turno con il PSV Eindhoven.

L'eliminazione contro lo Shakthar Donetsk può essere considerata la ‘nuova Helsingborg’, squadra svedese che evoca ricordi poco felici per molti tifosi della Beneamata: stesso copione della vigilia, stesso sviluppo della gara e stesso finale. Pali, traverse e occasioni sciupate incredibilmente (in quel caso anche un rigore da Recoba) ma la portata della disfatta è la stessa, o probabilmente maggiore per il valore della squadra che il club di viale della Liberazione ha allestito negli ultimi anni.

A questo punto la domanda, assolutamente lecita come quelle dello studio di Sky di ieri, è: può una squadra che ha speso quasi 250 milioni di euro in tre sessioni di mercato restare fuori dall’Europa? La risposta è, naturalmente, no. Solitamente si analizzano le questioni secondo diversi punti di vista ma se dovessimo adottare il metro di giudizio di Antonio Conte, che ha sempre sostenuto come il "secondo posto è il primo dei perdenti",  allora quella di ieri sera è una disfatta. Mai come in questo caso l’utilizzo del sostantivo femminile che la Treccani definisce “grave insuccesso, prova nettamente negativa” appare appropriato. Squadra che sembra suonare sempre lo stesso spartito, senza un'alternativa in corsa e una gestione delle situazioni che appare sempre più difficoltosa per lo stesso Conte e la società. Ieri sera Luis Castro, il tecnico dello Shakthar Donetsk, ha dato al tecnico nerazzurro una lezione su come si prepara una gara di questo tipo, come si gestisce e come si lavora sui momenti del match per evitare che siano loro a sovrastare te.

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I nerazzurri non faranno parte dell’élite europea neanche quest’anno e ci saranno ripercussioni anche dal punto di vista economico: l’Inter, nonostante l’eliminazione, riceverà dall’Uefa 50 milioni circa, di cui 37,6 milioni senza market pool (14,5 milioni come bonus qualificazione ai gironi; 17,7 milioni dal ranking decennale/storico; 5,4 milioni come bonus prestazioni); ma nelle ultime tre partecipazioni non è stata in grado di centrare i 9,5 milioni di bonus del pass agli ottavi, lo scorso anno il mancato introito è stato pareggiato arrivando in finale di Europa League (10 milioni di euro senza market pool). Nell’analisi delle tre stagioni dal ritorno sul palcoscenico europeo più importante balza agli occhi la decrescita nel ‘bonus prestazioni': nella stagione 2018/19 arrivarono 7,2 milioni (2 vittorie, 2 pareggi), lo scorso anno 2019/20 6,3 milioni (2 vittorie 1 pareggio) e nel 2020/21 5,4 milioni (1 vittoria 3 pareggi). Insomma, il cambio di passo che ci si aspettava non è arrivato.

Cosa fare per rimediare a questa disfatta tecnica ed economica? L’unica via d’uscita per l’Inter è la vittoria dello Scudetto. Solo la vittoria del titolo cambierebbe il giudizio della stagione, perché metterebbe fine al dominio della Juventus e eviterebbe che il secondo anno di Antonio Conte in nerazzurro finisca in una valle di lacrime.

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