Lo Shakhtar torna in campo tra 176 giocattoli: uno per ogni bimbo morto dall’inizio della guerra
A distanza di 44 giorni dallo scoppio della guerra in Ucraina in seguito all'invasione della Russia, lo Shakhtar Donetsk del tecnico italiano Roberto De Zerbi (rimasto a Kiev insieme al suo staff per diversi giorni dopo l'inizio dei bombardamenti prima di rientrare in Italia) è tornato a disputare una partita di calcio. La squadra ucraina sabato 9 aprile è infatti scesa sul terreno di gioco del stadio Karaiskakis di Atene, in Grecia, per giocare contro i padroni di casa dell'Olympiakos il match che dà inizio al "Football for Peace Tour", ossia il tour di beneficenza organizzato al fine di raccogliere fondi per fornire aiuti agli ucraini in difficoltà a causa della guerra divampata sul proprio territorio.
A vincere il match è stata la formazione greca per 1-0 (gol di Tiquinho) ma questo, come evidenziato dai direttori sportivi delle due compagini, è assolutamente di secondario importanza se si tiene conto del motivo per cui questa gara è stata organizzata: "Usiamo il calcio come strumento per la pace" ha detto infatti il ds dell'Olympiacos Christian Karembeu al termine dell'incontro; "Vogliamo parlare di guerra e pace in Ucraina in queste partite. La necessità è quella di porre fine a questa follia, tornare alla vita normale e di ricostruire il Paese" ha poi aggiunto il suo omologo Sergei Palkin.
Ad essere sotto i riflettori dunque, più che il calcio giocato, sono stati i forti messaggi che attraverso questo match sono stati mandati e accolti con grande trasporto dalle oltre cinquemila persone presenti sugli spalti dello stadio ateniese. Tutto ciò che è andato in scena nell'impianto greco, oltre a raccogliere fondi da donare in beneficenza, era volto soprattutto a sensibilizzare il resto del mondo su ciò che in questi giorni sta accadendo in Ucraina e ricordare le vittime innocenti di questo conflitto e anche la resistenza eroica fatta fin qui dagli ucraini contro il tentativo di invasione russo.
Nasce da questa esigenza l'iniziativa di scendere in campo con in nomi delle città ucraine "eroiche", da Mariupol a Irpin e Bucha, stampati sul retro delle maglie dello Shakhtar Donetsk che invece sul petto riportavano la quanto mai eloquente scritta "No War". E, allo stesso modo, nasce l‘omaggio alle vittime più giovani di questa assurda guerra: sui sedili vuoti delle tribune dello stadio ateniese difatti sono stati posizionati 176 giocattoli, uno per ognuno dei 176 bambini ucraini morti fin qui nella guerra scatenata dall'invasione della Russia. Momenti molto emozionanti dunque per questa prima tappa del "Tour per la Pace" che vedrà ora lo Shakhtar Donestsk di Roberto De Zerbi affrontare prima il Legia Varsavia a Danzica in Polonia il prossimo 14 aprile, poi i turchi del Fenerbahce a Istanbul il 19 aprile e infine l'Hajduk Spalato in Croazia il 1° maggio.