video suggerito
video suggerito

Lo sfogo di Sacchi sul rigore di Baggio in Italia-Brasile: “Contro di me invidia e mancanza di rispetto”

L’ex ct della Nazionale è tornato sull’episodio che nel ’94 costò la sconfitta in finale ai Mondiali. “Mai dato la colpa a nessuno. A Baggio ho detto grazie”. E precisa che i penalty sbagliati furono tre…
A cura di Maurizio De Santis
47 CONDIVISIONI
Immagine

"Sono stato frainteso, mai dato la colpa a nessuno e mai lo farò. L'Italia è un Paese di campanili". Arrigo Sacchi chiarisce così il suo pensiero sull'episodio del calcio di rigore che a Pasadena costò all'Italia la sconfitta contro il Brasile in finale ai Mondiali di Usa '94.

L'ex ct della Nazionale allontana da sé ogni ombra di ingratitudine, attacco d'accusa o mancanza di rispetto nei confronti di Roberto Baggio (che sbagliò il penalty decisivo), parla di riconoscenza nei confronti dei calciatori per tutto quanto fatto, rivendica con orgoglio il "risultato di un percorso straordinario e faticosissimo, compiuto in salita e con mille avversari che ci remavano contro" e precisa come in realtà al suo pensiero sia stata data una sfumatura sbagliata.

La frase che ha sollevato un vespaio di critiche nei suoi confronti è questa ed è apparra sulle pagine della Gazzetta dello Sport: "La differenza tra la mia Italia del 1994 e l’Italia di Lippi del 2006 che ha vinto il titolo è in un rigore: Roberto Baggio lo sbaglia, Fabio Grosso lo segna".

Immagine

Cosa voleva effettivamente intendere? "Molto più semplicemente intendevo sottolineare che un rigore, anzi tre perché noi con il Brasile ne sbagliammo tre (oltre a Roberto Baggio, anche Baresi e Massaro), non può far pendere la bilancia da una parte o dall’altra, non può essere decisivo nel giudizio complessivo di un’esperienza. Tutto qui".

L'avesse detto fin da subito che furono in 3 a fare cilecca dagli unici metri, sarebbe stato diverso ma per Sacchi la colpa è di chi ha voluto dare alle sue affermazioni un significato differente. Tira in ballo argomentazioni come l'invidia ("la percepisco nei toni"), legge pregiudizio forte nei suoi confronti e nella valutazione di quella esperienza anche a 30 anni di distanza in quello che chiama un paese di campanili.

Immagine

"Avete idea delle condizioni nelle quali erano i miei ragazzi, lì sul campo di Pasadena, stremati dopo un Mondiale che ci aveva tolto tutte le energie? Potete immaginare che io, conoscendo quelle situazioni, me la sia presa con qualcuno di loro? Siete sulla strada sbagliata, ve lo garantisco. Tanto che ho sempre considerato quei ragazzi come degli eroi, e l’ho detto loro subito la partita, nel chiuso dello spogliatoio. Avete dato l’anima, dunque avete fatto il massimo delle vostre possibilità: non posso che ringraziarvi. Queste parole pronunciai lì a Pasadena, le ricordo come se fosse oggi".

A proposito della mancata riconoscenza verso Baggio, Sacchi toglie l'ultimo sassolino dalla scarpa e alza il velo su un retroscena come testimonianza ulteriore della sua assoluta buona fede e, più ancora, per smentire i dissidi con il Divin Codino.

Immagine

"Quando arrivai in Nazionale, Roberto stava attraversando un periodo di alti e bassi nella Juventus. Gli dissi: Vieni con la Nazionale e vedrai che ti divertirai! Fu così. È stato fantastico contro la Spagna e contro la Bulgaria in semifinale. E vi confesso che ho maledetto il momento in cui non l’ho fermato contro la Bulgaria. L’ho sempre considerato un grandissimo giocatore e ho fatto di tutto per metterlo nelle migliori condizioni. E lui, questo bisogna dirlo, mi ha dato, e ha dato all’Italia, tutte le energie di cui disponeva".

Che belle parole. Se Sacchi le avesse messe accanto alla dovizia di particolari tirati fuori dalle curve della memoria nel primo articolo, con ogni probabilità, avrebbe ascoltato lo scroscio fragoroso di applausi e non il brusio dei mugugni, il rumore dei nemici che vede tutt'ora intorno a sé. Perché in fondo la colpa è sempre di qualcun altro anche quando lo metti nero su rosa.

47 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views