Ancelotti esplode contro gli insulti nel calcio: “Ci urlano figlio di… o frocio. Basta!”
La vicenda Vinicius è solo la punta dell'iceberg. Il caso degli insulti razzisti rivolti al calciatore brasiliano del Real Madrid ha acceso i riflettori sulla deriva del calcio spagnolo per quanto accaduto al Mestalla. Un episodio tanto scioccante quanto riprovevole, al punto che lo stesso allenatore dei blancos, Carlo Ancelotti, prese una posizione molto forte al momento delle interviste: quando gli chiesero un commento sull'incontro e sulla sconfitta a Valencia, disse che non avrebbe risposto a domande del genere perché il vero tema di cui discutere erano gli insulti discriminatori rivolti al suo giocatore.
Ha pensato perfino di ritirare la squadra dal campo, è un'idea che lo ha sfiorato. "Sì, ci ho pensato. Ho chiesto al calciatore se voleva continuare e l'arbitro gli ha chiesto di farlo, quindi quella possibilità è finita lì. Spero di non doverlo mai fare, perché non voglio. C'è un arbitro che è responsabile di prendere quella decisione. Si spera".
Non è questione di atteggiamento provocatorio, c'è dell'altro dietro uno stadio intero (o quasi) che fa il verso della scimmia e prende di mira un atleta come un allenatore. Ecco perché il tecnico italiano prende spunto da quanto accaduto per allargare lo spettro delle riflessioni.
"Ormai insultare sembra sia diventata un'abitudine all'interno degli stadi – le parole di Ancelotti in conferenza stampa, alla vigilia della partita con il Rayo Vallecano -. Ha ragione Xavi quando fa notare certe cose. È normale quello che succede? Qualcuno mi ha detto che a Valencia hanno dato dello stupido a Vinicius. Possibile si possa dare del tonto a una persona così? Adesso basta, siamo stufi di essere offesi a ogni partita. Dietro le panchine ti chiamano anche figlio di… oppure frocio… Mi auguro che da parte delle istituzioni ci siano interventi chiari, così come dalla Liga e dagli arbitri".
La Spagna non è un paese razzista ma ha un problema con il razzismo. Ancelotti lo ripete più volte e, ogni volta, pone l'accento sul raffronto con quel che accade in altri Stati. Ha allenato anche in Inghilterra e proprio l'esempio inglese viene citato per fare un termine di paragone. Gli scappa anche un'espressione di stizza: Si riferisce a un particolare: "Nelle partite di calcio inglese non c'è polizia… qui invece sembra di trovarsi in uno scenario di guerra perché vede camionette di agenti ovunque. Ma che è?".
A Valencia hanno preso posizione e annunciato provvedimenti. Quattro persone sono state anche arrestate ma per Ancelotti il sistema di prevenzione e repressione nei confronti di certi episodi non è ancora all'altezza. "Condannare certi gesti non basta. Abbiamo iniziato a farlo molto tempo fa… ma non si è ancora fatto nulla per porre fine a questo problema di razzismo e di insulti. In Inghilterra non ti insultano e credo che questa questione sia stata risolta da tempo. Li hanno preso misure drastiche".