Lo sfogo dell’Italia femminile dopo il fallimento ai Mondiali: fanno capire di chi è la colpa
L'Italia femminile spedita a casa dal Sudafrica rompe l'assedio di critiche e polemiche. Esce allo scoperto e "con rabbia e dispiacere" esprime il suo punto di vista. Le azzurre non ci stanno e reagiscono, provano a chiarire, spiegare, motivare quali sono le vere ragioni di un tonfo che ha lasciato amaro in bocca e veleni.
Con rabbia e dispiacere esprimiamo il nostro punto di vista. Noi ragazze ci abbiamo sempre messo la faccia, senza mai tirarci indietro. Mai. Prendendoci le nostre responsabilità, sempre. Questa volta, però, ci teniamo ad esprimere anche il nostro punto di vista. Il rammarico è ancora molto forte perché la voglia di riscatto in questo nostro Mondiale era tanta. Sapevamo di arrivare da un Europeo deludente e abbiamo imparato dai nostri errori. Ieri sera sono state fatte tante dichiarazioni, ma l’unica che condividiamo e sentiamo nostra riguarda ‘l’intesa che si è creata tra noi'.
Il fallimento dell'esperienza ai Mondiali in Nuova Zelanda trova il suo epilogo in un post congiunto delle giocatrici che si sintetizza intorno a un paio di concetti essenziali: "non abbiamo mai avuto paura, ma solo sentito poca fiducia"; "avremmo potuto ottenere risultati diversi se solo fossimo state messe nelle condizioni di poterlo fare".
Con chi ce l'hanno? Cosa o chi ha minato (come si legge nella lunga lettera condivisa) quell'intesa "che si è creata tra noi?" Non lo dicono apertamente lasciando la deduzione alla libera interpretazione del lettore. La Federazione e tutto l'ambiente dal quale non si sono sentite sostenute abbastanza e che non ha avuto il coraggio di cambiare dopo il naufragio all'Europeo? Può darsi. Il commissario tecnico, Bertolini, che paga per tutte perché fa parte del gioco anche questo quando le cose vanno male (e adesso è anche difficile trovare qualcuno che ne voglia prendere il posto)? È lei l'indiziata numero uno.
Non abbiamo mai avuto paura, ma solo sentito poca fiducia. Tutto questo non è bastato, perché in campo, evidentemente, è mancato qualcos’altro. In Nazionale c’è un blocco di 16 ragazze di Roma e Juventus che hanno fatto qualcosa di importante in Champions League. Pensiamo sia dunque lecito domandarsi come mai, una Nazionale formata da quel blocco di giocatrici, impreziosito da calciatrici di altri club importanti e da giovani di talento, faccia così tanta fatica prima a un Europeo e poi a un Mondiale.
Supposizioni, null'altro. Perché al di là delle buone intenzioni e delle promesse ("lavoreremo ancora più duramente per migliorarci a livello internazionale") manca il soggetto del lungo sfogo per il trattamento ricevuto.
Siamo convinte che avremmo potuto ottenere risultati diversi se solo fossimo state messe nelle condizioni di poterlo fare. Noi lavoreremo ancora più duramente per migliorarci a livello internazionale, ma dato che dagli errori si può sempre imparare, ci auguriamo un futuro più presente, all’altezza della crescita del nostro calcio, per riuscire ad esprimerci al 100% e rappresentare il nostro Paese al meglio delle nostre possibilità.