Lo sfogo del fratello di Kean: “Non capite un ca**o di calcio e aprite la bocca senza motivo!”
Espulsione diretta per fallo di reazione dopo nemmeno un minuto dall'ingresso in campo. Il cartellino rosso preso da Moise Kean all'Olimpico contro la Roma ha finito con l'occupare la scena della sconfitta dei bianconeri. L'espressione di Massimiliano Allegri in campo (e poi le sue parole nello spogliatoio, oltre a quelle in diretta tv) spiegava già bene quale fosse lo stato d'animo dell'allenatore della Juventus nei confronti dell'attaccante che da possibile risorsa per l'assalto finale s'è rivelato pesante zavorra.
"Ha sbagliato tutto e pagherà una multa per questo", ha sottolineato il tecnico che ha provato a chiarire come (anche) quell'atteggiamento sia stato, con ogni probabilità, figlio del clima snervante che si vive per la penalizzazione in classifica e per l'ansia di voler puntare al risultato straordinario. Ovvero, perfezionare una rimonta insperata agganciando la quarta posizione che vale la Champions.
Kean è stato molto criticato per la sua irruenza e per quel gesto avventato che ha lasciato la squadra in dieci, l'ha messa in difficoltà, ha aggiunto il danno ulteriore alla beffa dei tre legni centrati in un match sfortunato. A difendere l'attaccante pubblicamente è stato suo fratello, Giovanni (che gioca in Serie D nel Nola). Lo ha fatto attraverso un commento a una pagina di sostenitori bianconeri (‘scesa in campo' per criticare chi, perfino tra gli juventini, s'è scagliato contro il giocatore) e una storia su Instagram.
"Tutti grandi allenatori da casa – si legge nell'incipit del post di Giovanni Kean -. Non giudico il gesto di mio fratello perché parla da solo. È sbagliato e lui lo sa. Ma dire che non suda la maglia non penso che sia vero. Un vero tifoso non fischia mai un proprio giocatore anzi… proprio bei momenti difficili lo deve aiutare".
Il messaggio prende in esame quel brutto vezzo che, secondo il fratello di Moise, è tipico del calcio italiano: "Sanno solo giudicare: non vi domandate perché non ci sono tanti giocatori italiani? Li massacrate ogni partita. Non sapete un ca**o di calcio e aprite bocca senza motivo!".
Lo sfogo prosegue con un altro tipo di considerazione e fa riferimento a quei periodi difficili che, nella vita come nello sport (e nello specifico, nel gioco del calcio), ogni persona può attraversare per ragioni differenti. "Ci sono sempre alti e bassi, non c’è un singolo giocatore che non abbia avuto momenti di crisi. Non sono macchine, sono persone normali. Vi ricordo che è un gioco… Fa goal e non va bene, fa doppietta e si dice che non basta la doppietta… parlate sempre… incitateli invece di insultarli in campo quando sbagliano un passaggio. Il 99% di noi si sogna di giocare a quei livelli, sembra che abbiate vinto tutti un mondiale".