Lo schiaffo della Juve a Dybala nel giorno dell’addio: Bonucci ha evitato una figuraccia
Paulo Dybala ha provato a tenersi tutto dentro, dispensando solo saluti e sorrisi ma alla fine le emozioni vissute nella serata dell'addio ai suoi tifosi all'Allianz Stadium in Juve-Lazio sono diventate troppo forti, e impossibili da contenere. Prima ha visto Dusan Vlahovic esultare con la Dybala Mask, poi al momento del cambio ha incassato la standing ovation del pubblico che ha chiesto e ottenuto a gran voce il suo giro di campo. È stato quasi sommerso di maglie, sciarpe e oggetti l'argentino, mentre a pochi metri da lui veniva celebrato Giorgio Chiellini. Una cerimonia in grande stile per il difensore, pronto all'arrivederci ai bianconeri per una nuova avventura professionale oltreoceano, prima del ritorno annunciato da dirigente.
Questa la "festa" organizzata dal club e certificata anche dallo speaker prima che sul maxi-schermo scorressero le migliori immagini della carriera in bianconero di Chiello. Nessuna citazione invece per Dybala, mai nominato attraverso gli altoparlanti, se non dai tifosi che hanno continuato a lungo a chiedergli selfie, autografi e probabilmente anche di non andare all'Inter. Forse anche per questo Paulo è riuscito a trattenere le lacrime per un addio che solo pochi mesi fa sarebbe stato impensabile. Lui in primis non si aspettava (come confermato pubblicamente nel suo commiato social) che le cose sarebbero finite con il divorzio.
La trattativa per il rinnovo iniziata addirittura nel 2020 si è rivelata una vera e propria altalena. Dalle iniziali richieste esose dell'entourage dell'argentino, ai passi in avanti su un possibile accordo su cifre leggermente più basse con le dichiarazioni pubbliche anche di Allegri sulla centralità della Joya nel nuovo progetto Juve. Dall'accordo di massima dello scorso ottobre con le garanzie su un ingaggio da 10 milioni, ai nuovi tentennamenti con i rapporti non idilliaci tra il club e il suo agente, mentre i vari infortuni frenavano l'exploit del calciatore, a lungo out.
A gennaio poi le schermaglie verbali, culminate nell'esultanza "provocatoria" di Paulo, con sguardo rivolto in tribuna per rispondere sul campo alle parole dell'ad Arrivabene. La sensazione che qualcosa fosse cambiato, come certificato poi dall'arrivo di Vlahovic, con la svolta definitiva di marzo: niente rinnovo per Dybala, nessuna offerta nemmeno al ribasso e voglia dei bianconeri di mettere Dusan al centro di un progetto in cui non c'è più spazio per l'argentino. Così dunque si è incrinato in maniera definitiva il rapporto tra le parti.
Il resto è cosa nota, con il pubblico bianconero diviso, e il giocatore quasi destabilizzato ma finalmente in campo con continuità dopo i tanti guai fisici. Un carico di pensieri, e di emozioni, che l'ex Palermo è riuscito a sopportare fino al preciso momento in cui nella serata dell'addio allo Stadium, la squadra si è di fatto sostituita al club che non aveva previsto "cerimonie" speciali per il congedo della Joya. Mentre la celebrazione di Chiellini volgeva al termine, ecco che in mezzo al campo tutti i giocatori hanno deciso di rendere omaggio all'argentino, sollevato in aria a più riprese e abbracciato da tutti. Grandi applausi di tutto il popolo bianconero, interrotti solo dai fischi quando le telecamere indugiavano sul presidente Agnelli a bordo campo al fianco di Arrivabene.
E qui Paulo Dybala è crollato, lasciandosi andare ad un pianto inconsolabile. Un pugno nello stomaco con il numero 10 che a quel punto ha potuto contare sul sostegno di uno dei suoi compagni di lunga data, ovvero Leonardo Bonucci. Dybala infatti visibilmente affranto era pronto per tornare mestamente negli spogliatoi, ma il difensore lo ha preso vigorosamente per un braccio. Dopo avergli parlato con decisione, il numero 19 ha spinto l'attaccante e lo ha trascinato sotto la curva, che gli ha dedicato un nuovo tributo.
Un gesto importante, il primo da capitano per Bonucci che raccoglierà i gradi dal gemello Chiellini, anche per evitare una figuraccia alla Juve che, social a parte. aveva deciso di non dedicare una cerimonia anche a Dybala oltre che Chiellini, dopo 7 anni ricchi comunque di soddisfazioni e successi condivisi. Dopo pochi secondi Paulo ha ritrovato il sorriso, con la sua serata che si è poi conclusa più tardi sempre sul terreno di gioco dello Stadium, ma in condizioni molto diverse: solo, a piedi scalzi, sul manto erboso di uno stadio vuoto in compagnia di Vlahovic. A parlare magari di quello che sarebbe potuto essere.