Lo scandaloso mercato del Chelsea: spesi 1,2 miliardi per costruire una squadra senza campioni
Il calcolo e la strategia degli ammortamenti spalmati con contratti pluriennali molto lunghi. Parametri finanziari della Premier League che sono differenti rispetto ai paletti del Financial Fair Play, dal quale almeno per adesso il Chelsea è al riparo perché non farà le Coppe. Cessioni e contestuale riduzione del monte ingaggi grazie alla sforbiciata data ai contratti pesanti. Incentivazione degli accordi commerciali ed altre partnership che garantiscono introiti. Fare di tutto per accedere alla prossima edizione della Champions, i cui ricavi sono un fonte preziosa.
È così che in un anno e mezzo i Blues hanno speso quasi 1 miliardo e 200 milioni di euro per allestire una rosa tutto sommato di livello buono e sicuramente di prospettiva, ma senza campioni veri e propri, con un'età media molto bassa (eccezion fatta per Thiago Silva 38enne, i più anziani sono i 25enni Nkunku e Chilwell) nella quale spicca mister 133 milioni (è la cifra versata al Brighton) Moises Caicedo, ingaggiato in questa sessione di trattative.
L'ecuadoriano è l'acquisto più costoso di sempre nel campionato inglese, ha battuto perfino quello di Enzo Fernandez (121 milioni a gennaio scorso) che apparteneva sempre al club di Stamford Bridge e oscurato anche il trasferimento di Declan Rice all'Arsenal (123 milioni e rotti).
La rivoluzione della proprietà americana di Todd Boehly (Clearlake Capital, Mark Walter e Hansjörg Wyss) si muove lungo la corrente di questo flusso impetuoso di denaro: da quando a maggio scorso ha rilevato la società da Roman Abramovich ha investito circa 330 milioni di euro nell'estate del 2022, altri 320 e rotti a gennaio e almeno altri 360 in questa finestra di trattative.
Soldi ai quali vanno aggiunti anche prestiti particolarmente onerosi che hanno fatto cumulo a bilancio: un esempio sono gli 11 milioni di euro pagati all’Atletico Madrid per il prestito semestrale di Joao Felix. O ancora l'indennizzo di 25 milioni di euro pagato al Brighton per avere l'allenatore Graham Potter e il suo staff tecnico a settembre 2022 e il costo del suo esonero avvenuto sette mesi dopo per i risultati disastrosi.
La politica aggressiva di operazioni si spiega con l'obiettivo di rimodulare la squadra nel più breve tempo possibile e, al tempo stesso, movimentare anche la casella delle uscite così da compensare le spese. Anche in questo caso aiutano a comprendere alcuni esempi come gli addii a N'Golo Kante, Kepa Arrizabalaga, Kai Havertz, Mason Mount, Kalidou Koulibaly, Mateo Kovacic, Ruben Loftus-Cheek. Differente, invece, la questione di Lukaku finito in prestito secco alla Roma rispetto all'intenzione da parte della dirigenza di cederlo agli arabi così da ricavarne un discreto tesoretto.
La campagna acquisti estiva dei Blues
Moises Caicedo (Brighton) 133 milioni di euro
Ruben Lavia (Southampton) 62 milioni di euro
Christopher Nkunku (Lipsia) 60 milioni di euro
Axel Disasi (Monaco) 45 milioni di euro
Nicolas Jackson (Villarreal) 37 milioni di euro
Lesley Ugochukwu (Rennes) 27 milioni di euro
Robert Sanchez (Brighton) 23 milioni di euro
Washington (Santos) 16 milioni di euro
Angelo (Santos) 15 milioni di euro.
Basterà questo piano per non sforare anzitutto i confini di sostenibilità imposti dalla Premier League? La forbice massima di tolleranza è di 122 milioni di euro in un periodo di 3 anni. Qualsiasi importo superiore comporta sanzioni che vanno dalle ammende fino alla penalizzazione in classifica. Altro parametro che è una lama a doppio taglia: il Chelsea mira al ritorno in Champions ma per farlo deve presentarsi alla Uefa con l'unico bigliettino da visita che conta: l'equilibrio di bilancio tra spese salariali, campagna acquisti e commissioni agli agenti.