Lo scandalo nella nazionale femminile canadese: nelle feste alcoliche “obbligatorie” accadevano cose strane
Il calcio femminile canadese travolto dall'ennesimo scandalo. Feste "obbligatorie", giocattoli sessuali, battute spinte e serate alcoliche, attacchi di panico entrano nel corredo accessorio di un'inchiesta che ha letteralmente spazzato via i vertici della nazionale. È il prosieguo della vicenda che era esplosa alle Olimpiadi di Parigi, quando la federazione fu costretta a licenziare l'allenatrice, Bev Priestman, per un caso di spionaggio. Per carpire i segreti delle rivali, aveva dato mandato di utilizzare quegli strumenti così da registrare le sedute tattiche delle avversarie.
Dallo scandalo dei droni spia ad altre pratiche all'interno dello staff
Non era l'unico modo con il quale raccoglieva informazioni "segrete" e faceva parte di una pratica consolidata, che venne scoperta solo perché una giocatrice, Rebekah Stott, della Nuova Zelanda (prossimo avversario del Canada) avvertì uno strano ronzio sulla testa e capì che la sua selezione era tenuta sotto controllo.
Fu solo l'inizio della tempesta che si sarebbe abbattuta sui canadesi. Quasi quattro mesi più tardi, i membri coinvolti vennero arrestati (oltre al ct, Bev Priestman, anche il suo assistente, Jasmine Mander, e un altro elemento dello staff, Lombardi), la federazione fu multata (315mila dollari) e alla selezione venne inflitta una pesante penalizzazione.
Le feste alcoliche "obbligatorie" tra bevute e lancio di giocattoli sessuali
Finita? No. Il giornale "The Globe and Mail" ha portato alla luce anche anche una serie di pratiche nella gestione corrente che hanno alimentato sdegno e vergogna. Nel rapporto pubblicato si citano in dettaglio "bevute ‘obbligatorie' che avvenivano la sera prima delle partite" riservate a persone dello staff e senza calciatrici. Durante questi incontri, si faceva consumo di alcol in maniera eccessiva e, una volta caduto ogni freno inibitorio, capitava fossero lanciati "giocattoli sessuali" fino a sfociare in allusioni molto spinte. Ci sarebbero anche dei video a testimonianza di questa situazione anomala, venuta alla luce solo negli ultimi giorni.
Ma c'è ancora dell'altro che viene menzionato nel dossier e getta una luce inquietante: ovvero, il trattamento che l'assistente del ct, Jasmine Mander, avrebbe riservato ad altri membri dello staff e collaboratori. Un comportamento così pressante da provocare "crisi di pianto e attacchi di panico".