Lo scandalo della Supercoppa di Spagna in Arabia: “Dietro di noi abbiamo Messi”
Un brutto pasticcio svelato da intercettazioni, messaggi audio privati venuti alla luce annodando la trama di un'operazione da 24 milioni di euro che vede coinvolti il presidente della Federcalcio spagnola, Luis Rubiales, e il difensore del Barcellona, Gerard Piqué, in qualità di proprietario della società di eventi sportivi Kosmos. Cosa c'era sul piatto? Il trasferimento della Supercoppa iberica in Arabia Saudita sarebbe stato alla base di un accordo segreto. Le rivelazioni e i dialoghi pubblicati dal giornale El Confidencial hanno alzato il velo anche su un altro dettaglio: ovvero sfruttare (a sua insaputa) il nome di Messi per influenzare positivamente i negoziati.
"Dietro di noi abbiamo Messi", è una delle frasi emerse nelle ultime ore che ha alimentato la portata dello scandalo per la commistione di interessi tra i vertici del calcio spagnolo e l'imprenditore/giocatore che avrebbe così goduto di una sorta di trattamento di favore. Un accordo economico complessivo di 240 milioni di euro. Un'intesa che, a partire dal 2020, avrebbe portato nelle casse della federazione 40 milioni a stagione per ognuna delle sei edizioni in programma in Arabia Saudita mentre sarebbe stato di 24 (4 all'anno) il saldo per l'azienda di Piqué in qualità di intermediaria nella gestione della transazione.
Come stanno realmente la cose? I diretti interessati hanno già smentito con forza la vicenda. L'ex giocatore della nazionale lo ha fatto attaverso un collegamento su Twitch. "Nulla da nascondere – la posizione espressa dal difensore catalano –. Abbiamo legami molto buoni in Medio Oriente e dall’Arabia Saudita avevano manifestato interesse a ospitare alcune competizioni nel Paese. Ecco perché ne abbiamo parlato con Rubiales, per verificare se ci fosse l'opportunità si spostare la Supercoppa fuori dalla Spagna".
Niente di illegale, né conflitto di interessi: Piqué si è difeso ulteriormente ribaltando la narrazione dei fatti evidenziati dal giornale: "Se c'è stato qualcosa di illegale in tutta questa situazione, è stata la pubblicazione di audio privati che risalgono al 2019".
Quando alla Rfef (la Federazione spagnola) ha negato ci sia stata una violazione del Codice etico e denunciato in una nota di aver subito un attacco informatico a causa del quale erano stato trafugati documenti e conversazioni del presidente e del segretario generale. "Tutte le cifre dell'operazione erano state illustrate all'assemblea e successivamente votate. Quanto sta emergendo fa parte solo di una campagna per gettare discredito a cui siamo abituati".