L’ira di Ceferin si abbatte sui tifosi italiani: “Non hanno fatto nulla contro la Superlega”
La Superlega non c'è più eppure si continua a parlare di Superlega. Un paradosso che si è ripetuto ancora oggi a margine dell'ultima partita del tour amichevole patrocinato dall'UEFA dello Shakhtar di De Zerbi in giro per l'Europa. A tornare sull'argomento, il massimo esponente dell'organo più importante del calcio europeo, Aleksander Ceferin che ha voluto rimarcare il proprio concetto sulla struttura frondista che era nata soprattutto per volontà di Juve, Barcellona e Real Madrid e che aveva visto coinvolti 12 club. Con un ultimo sassolino, rivolto ancora una volta verso l'Italia.
In questo caso Andrea Agnelli non c'entra. A prendersi l'ultimo strale del presidente UEFA è l'intera tifoseria italiana congiuntamente attaccata da Ceferin che non risparmia critiche quando si ritorna su un argomento a lui tanto caro quanto osteggiato e di cui porta fieramente il vanto di averlo prima fermato e poi affossato. "La Superlega non esiste più" ha detto a margine dell'amichevole tra lo Shakhtar e l'Hajduk, "non potrebbe mai funzionare, è finita. C'è chi sta solamente alimentando il proprio ego, cercando di soddisfarlo". Nessun nome, ma i riferimenti sono chiari e vanno in direzione di Andrea Agnelli che solo qualche settimana fa aveva ribadito la ferrea convinzione della necessità di continuare il percorso.
Non solo. Il presidente dell'UEFA è andato oltre nell'analizzare lo scampato pericolo del calcio europeo, in quelle settimane in cui tutto sembrò cambiare improvvisamente, per poi venire arginato, ridimensionandolo fino a renderlo innocuo. Anche grazie alla reazione di massa da parte dei tifosi, ricorda Ceferin, che osteggiarono sin da subito la Superlega. Non quelli italiani, però: "Davanti alla nascita di quel movimento ricevemmo appoggio da parte dei tifosi inglesi. Gli italiani? Non fecero nulla per aiutarci e con loro nemmeno quelli spagnoli".
Di fatto, la ‘fronda' separatista arrivò proprio dall'Inghilterra con tutti i club che piano piano si staccarono dalla Super League davanti alla feroce protesta dei propri tifosi. Molti club furono costretti a fare anche pubbliche scuse, mentre in Italia non vi fu lo stesso atteggiamento. E Ceferin ha voluto evidenziare che lui non dimentica, regalando l'ultima spallata a tutto il movimento della Serie A: "Certo, è uno dei campionati forse con maggiore competizione ma le società sono deboli, non sono club finanziariamente forti".